Francesco Caputo, attaccante Sassuolo, ha parlato a Radio Sportiva: “Dal 9 marzo siamo chiusi in casa e come tutti gli altri cerchiamo di rispettare le regole. Ho tre bambini in casa, che vogliono uscire e prendere un po’ d’aria, però stiamo bene ed è la cosa più importante.
Ritorno in campo? La voglia è tantissima. Per noi è comunque un lavoro e vogliamo tornare a farlo, con la sicurezza giusta perché non vogliamo andare allo sbaraglio. Ora però bisogna fare chiarezza, non si può restare in attesa, occorre prendere una decisione nel bene o nel male.
Le parole di Rakitic? Capisco quando dice che noi calciatori siamo un trasporto positivo per la gente, può essere un segnale. Noi vogliamo giocare, la Lega vuole giocare, ora la palla passa al Governo. Il mio messaggio ‘Andrà tutto bene, restate a casa’? È stato spontaneo, semplice, spero sia passato in un momento di difficoltà per tutta l’Italia. Un altro messaggio? Tornare a giocare, con le dovute sicurezze.
L’idea comune è ripartire, ci manca l’odore dello spogliatoio, dell’erba, della palla, il contatto con i compagni. Sicuramente un po’ di rammarico per lo stop c’è, a livello di squadra ci eravamo rimessi bene in carreggiata e c’erano entusiasmo e voglia di stupire. Per chi fa questo lavoro è impossibile stare fermi, seguiamo programmi e alimentazione per restare il più possibile in forma. Non è come stare sul campo, ma in tre settimane con i giusti metodi si può ripartire tranquillamente.
Parole di Mancini? Già che mi ha nominato è motivo di orgoglio, vuol dire che sto facendo qualcosa di importante e ho stuzzicato i suoi occhi verso di me. Obiettivo? Ho una scommessa in ballo con Del Piero, devo arrivare a 20 gol per essere suo ospite al suo ristorante. Europei? Opportunità in più per continuare a mettere in difficoltà Mancini, se farò bene ci sarà una piccolissima speranza anche per me.
Io in una grande squadra con De Zerbi? Magari, almeno partirei avvantaggiato! Il mister è un grande allenatore, devi credere nelle sue idee di calcio che porta avanti con passione e dedizione. Già il fatto che mi sono tolto l’etichetta di attaccante di Serie B è una piccola soddisfazione.
Crisi categorie inferiori post coronavirus? Lo stop dei campionati sarebbe un crollo generale del sistema, tra B, C e D in tante rischiano di non iscriversi, ci sarebbero tanti calciatori e tanti lavoratori a spasso, ecco perché secondo me riprendere anche tardi sarebbe la salvezza per tutti. Anche noi possiamo aiutare le categorie, occorre come farlo”.
