Stefano Cecchi ha risposto alle domande degli ascoltatori di Sportiva durante il “Microfono Aperto”.
SULLE PAROLE DI AGNELLI: “Sono convinto che anche la stragrande maggioranza degli juventini non si divertirebbe in un calcio dove comandano solo i soldi. Il discorso di Agnelli è esclusivamente economico, facciamo fare alla Fed non ad un uomo di calcio. Cosa avrebbe detto Gianni Agnelli davanti ad un’affermazione del genere? Mi sorprendo che ci sia un dibattito aperto… Se a determinare i risultati non è più il campo ma sono le banche, è la morte del calcio. E’ nelle natura dell’uomo esaltarsi per l’impresa del Davide di turno, altrimenti il calcio diventa solamente cinema”.
SUL PISA: “Giocare contro il Livorno senza pubblico è un dolore, ma prima c’è l’emergenza sanitaria e solo dopo il calcio. Il Pisa è arrivato in Serie B con un gruppo che dimostrava il piacere di giocare insieme alla garibaldina. E’ una squadra attrezzata per salvarsi, non credo possa andare oltre. Credo invece che, purtroppo, gli amici del Livorno siano destinati alla retrocessione in Serie C”.
SULLE PORTE CHIUSE: “Sono una necessità, punto. Smettiamola di pensare a chi questa situazione conviene e a chi no, forse non ci siamo ancora resi conto che il campionato rischia di saltare”.
SULL’IDEA DI FERMARE IL CAMPIONATO PER UN MESE: “Sì, e poi? Non abbiamo la palla di vetro e non possiamo sapere cosa succederà fra due settimane. Se i virologi e gli esperti hanno preso certe decisioni, seguiamole e accettiamole come medicina”.
SUL CAMPIONATO: “Le porte chiuse sono l’ultimo tentativo di salvare un campionato che è a grosso rischio. Dio non voglia, ma al primo giocatore contagiato salta tutto. Comunque vada, è un campionato fortemente condizionato da questa situazione”.
SU BOBAN: “Il racconto dal suo arrivo da dirigente al Milan, se guardiamo ai risultati, non è esaltante. Forse Ibrahimovic è stata la scelta migliore”.
