Roberto Damiani, direttore sportivo della Cofidis di ciclismo, ha preso la parola a Radio Sportiva.
SULLA SOSPENSIONE DELL’UAE TOUR: “Al momento noi, insieme ad altre tre squadre, siamo relegati in camera perché nel nostro piano ci sono dei casi febbrili. Non sono positivi al coronavirus ma le autorità hanno creduto fosse necessario tenerci in quarantena. Abbiamo fatto tutti il tampone e siamo negativi. C’erano due persone dello staff di un team ricoverati per polmonite ma sono negative al coronavirus. La cosa più grave è la disinformazione e questo brancolare nel buio delle autorità”.
SULLA SITUAZIONE: “Alcune squadre sono già partite, c’è stato un grande disagio generale. Il pasto che ci hanno portato in camera è al limite della decenza. Se devo stare qua per un motivo ok, altrimenti non posso stare in galera. Il panico e l’ignoranza mi danno parecchio fastidio”.
ANCORA SULLA SOSPENSIONE DELLA UAE TOUR: “Il fatto delle gara fosse stata sospesa l’abbiamo saputo dall’autorità sanitaria locale. Rcs Sport deve stare a queste regole, ha le mani legate. Siamo segregati in camera e se usciamo c’è stato detto che rischiamo l’intervento della polizia. Ho piena fiducia nei vertici di Rcs Sport, mi hanno detto che si stanno muovendo con l’ambasciata italiana”.
SUGLI ATLETI: “Restare segregati qua non significa per gli atleti solo subire un impatto psicologico, visto che non è affatto piacevole sentirsi in galera, ma anche perdere giorni preziosi di allenamento”.
