Stefano Cecchi è intervenuto in diretta a Sportiva per rispondere alle domande degli ascoltatori in Microfono Aperto.
SU TORINO-JUVENTUS: “Il mano di De Ligt ognuno lo vede a modo suo: con il buonsenso non dai mai rigore, con le nuove regole devi darlo. E’ un po’ la fotocopia di quanto è successo a Lecce. La cosa che più dispiace è l’unico che non dà spiegazioni è l’arbitro: perché non spiegano la ratio delle proprie decisioni, perché ci lasciano a scannarci? Ormai anche il Papa spiega le encicliche…”.
SULLE POLEMICHE ARBITRALI: “Ho visto De Laurentiis e Ancelotti uscire oltre il consentito del dispiacere. L’arbitro può aver sbagliato, ma non si può arrivare a queste intemerate che poi legittimano il tifoso che sbraca: così il calcio diventa un ring senza regole”.
SUL RAZZISMO: “Si può sconfiggere solo internamente, solo se i primi ad alzarsi contro i buu fossero stati Setti e Juric. C’è quasi una inconsapevolezza del far male alle persone che angoscia. Io teorizzo il diritto al fischio, non voglio lo stadio teatro, ma tra questo e l’offesa razzista c’è un abisso. Balotelli ha fatto un gesto umano, perché si è sentito ferito. Non lo assolvo per quello che ha fatto, ma in quel momento è mio fratello: ha fatto qualcosa di sbagliato ma da uomo, perché si è sentito ferito”.
SU CASTROVILLI: “Resterà a Firenze ancora per un bel po’ di tempo. Racconta il lato buono del calcio, che va oltre la metastasi del razzismo e della violenza e che arriva dal sacrificio. Racconta un profumo buono di pane appena sfornato, ha un qualcosa di armonico che rende il calcio musicale”.
