Così Stefano Cecchi al ‘Microfono Aperto’
SU ICARDI: Ha sbagliato molto, ma a stagione iniziata non si è mai visto togliere la fascia a un capitano. Ovvio che ci sia rimasto male e che poi ci sia stata una reazione. Semplicemente, non dovevano dargli la fascia. La Società non ha operato con lungimiranza.
SU SAN SIRO: Datemi un motivo per cui bisogna creare uno stadio accanto al tempio del calcio. Ogni volta che mi avvicino a San Siro ho i brividi. E’ un campo che racconta la storia. Il problema è che i proprietari di oggi non conoscono questa storia e questa realtà. Non togliamo questi simboli sacri.
SU RANIERI: Dopo il successo con il Leicester ha fatto una serie di scelte opinabili. Pur di restare sul palcoscenico ha preso tutte le occasioni, anche a costo di sgualcire l’immagine che si era creato. Il suo percorso di questi ultimi anni ci racconta questo.
SU SOCRATES: Sembrava impossibile arrivasse a Firenze ma una volta arrivato, nel ritiro si accorse che il calcio italiano era disciplina e ritmi molto alti. Era di una tecnica immensa, ma capitò nel calcio sbagliato. L’inventore del cucchiaino fu lui e non Totti.
SU INSIGNE: L’interesse di Raiola è che se ne vada da Napoli, così il suo conto in banca lieviterà. Insigne è un napoletano ed ha in mano il suo destino, con la possibilità di aprire e chiudere lì la sua carriera. Diventerebbe un simbolo, ma se si è scelto quel tipo di procuratore è un indizio preciso.
SU BELOTTI: Dichiarare amore per una maglia gloriosa come quella del Torino è ammirevole.
SU KEAN: Intorno a lui c’è una voglia di sensazionalismo grottesca, c’è un’euforia strabordante. Ci sono titoli sproporzionati nella sua avventura calcistica.
SU DONNARUMMA: Se prendi 6 milioni devi dimostrare di essere il portiere più forte del mondo ma così non è. Il calcio perde la sua essenza, la sua passione.
SU FERRERO A DOMENICA IN: Il presidente della Samp che parla della Roma è impensabile. Non può andare in Tv a dire ‘sono un grande tifoso della Roma’. Passa l’idea che il calcio di oggi non è passione, ma solo affari.
SU MORATTI: Doloroso che si contesti cosa ha fatto all’Inter. Ce ne fossero di presidenti tifosi. Il problema casomai sono quei presidenti che vengono dall’estero, prendono squadre importanti e se ne vanno dopo 3 anni con 100 milioni in più nel conto in banca.
Al termine della trasmissione è intervenuto, in un flash, anche il procuratore Giovanni Branchini per ribadire il concetto espresso da Stefano Cecchi su Kean: “C’è una sete di campioni da parte di tutto il movimento che porta troppo spesso a perdere la cognizione. Le partite contro Liechtenstein o Finlandia non fanno testo. Esaltare queste vittorie significa mentire al pubblico. Questo esercizio provoca dei danni concreti ai calciatori. Periodicamente creiamo un campione perché ne abbiamo bisogno e non perché ci sia realmente. Questi giovani vengono scaraventati in una dimensione che non è ancora la loro e così facendo gli creiamo problemi nella crescita. Troppo poco spesso ci sono riflessioni come quelle fatte da Stefano Cecchi, che ringrazio”.
