Milan e Inter non sono ancora entrate nella dimensione aziendale della Juve

Il c.t. degli Emirati Arabi Uniti, Alberto Zaccheroni, è intervenuto in diretta a Sportiva per raccontare la sua avventura nella recente Coppa d’Asia e dire la sua sul momento del calcio italiano.
SUL MOVIMENTO ASIATICO: “Hanno investito molto, stanno investendo molto. Ci sono paesi come la Cina e l’India che hanno popolazioni abbondanti e stanno crescendo molto, perché seguono molto il calcio internazionale e stanno apprendendo molto, oltre al fatto che affidano ad allenatori internazionali di livello. Quando io partecipai alla Coppa d’Asia 8 anni fa c’erano solo 7 squadre nelle prime 100 del ranking Fifa, ora ce ne sono più del doppio…”.
SU HAMSIK IN CINA: “Quello è un caso a parte perché è da tanto che lì investono molto nel calcio. Vogliono organizzare il Mondiale del 2030 e si stanno attrezzando per quella data. Adesso stanno riducendo un po’ gli investimenti nei club, ma una squadra non importantissima come il Dalian riesce pur sempre ad investire cifre astronomiche”.
SU MILAN E INTER: “Da molto tempo sono molto lontane dalla lotta scudetto e non riescono a ridurre il gap. La Juventus ha una dimensione da azienda da sempre, mentre ai miei tempi Milan e Inter erano gestite a livello familiare: c’era la passione dell’imprenditore, che metteva soldi e prendeva i giocatori che gli piacevano. La Juve, invece, ha sempre investito per guadagnare e ritengo questa che sia la chiave. La Juventus ora ha 3 squadre, ha un organico più forte delle altre ed è abituata a vincere. Tutto questo conta. Le altre ancora non sono ancora entrate nella dimensione della Juventus, che, nel frattempo, avendo più ricavi delle altre, ha più denaro da investire”.
SU SPALLETTI: “Credo che quando hai un organico così importante, con 2-3 giocatori di pari livello per ruolo, gestirli diventa difficile. Se hai il conforto del risultato, chi sta in panchina si allena con entusiasmo, se la classifica non paga, invece, lo fa con meno entusiasmo. E credo che all’Inter sia successo questo”.
SU PIATEK: “Non ha una grande storia, era difficile aspettarselo, ma al Genoa ha dimostrato di vedere la porta come pochi. Sta molto bene a livello psicologico, ha grande convinzione nei propri mezzi e gli sta riuscendo tutto facile. La differenza tra il grande giocatore e il campione è la testa”.

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