In Passione Sportiva è intervenuto Leo Turrini, grande firma sul mondo dei motori, per parlare della rivoluzione in casa Ferrari.
“Si è creata una situazione complessa dopo la scomparsa di Marchionne. Che è stato sempre un accentratore, e nella sua impostazione il progettista Binotto era più importante del Team Principal, Arrivabene. Dopo la sua scomparsa alcune deleghe che gestiva direttamente sono diventate contese e si doveva scegliere.
Se non c’è intesa non vai da nessuna parte. Gli anni d’oro si sono fondati sulla coppia composta da Ross Brawn e Jean Todt, avevano un’intesa perfetta, sublimata da Schumacher in pista. Poi ognuno può avere sua opinione ma per battere colosso come Mercedes serve unità. Si vince e si perde tutti assieme, la vera sconfitta è stata solo quella di non essere rimasti coesi.
Il bilancio di Arrivabene non è disastroso, fa parte da anni anche del cda della Juventus e lo vedremo sicuramente ancora in pista: il suo sogno era di riportare la Rossa al Mondiale, è stato divorato da questa missione, che non gli è riuscita”.