Kean? Lo darei in prestito, ma la Juve vuole farlo crescere in casa

Enzo Bucchioni, nel filo diretto con gli ascoltatori di Sportiva, ha risposto alle domande in diretta degli ascoltatori:
Su Mbappé: “Si tratta di un giovane che il PSG non vuole vendere con il percorso di crescita che ha. Ci sono tante suggestioni e idee messe in giro, ora mi sembra impossibile
“.
Su Kean: “Lo darei in prestito, è un classe 2000 ed è difficile che trovi posto nella Juve. Se i bianconeri non lo danno è perché pensano che possa crescere meglio in casa allenandosi con i campioni
“.
Sul centrocampo della Juventus: “Stiamo parlando di un reparto che non è più giovanissimo e ha bisogno di ricambi. Ramsey sarebbe il ricambio giusto ad esempio per Khedira”.
Sul calcio di oggi: “L’aspetto economico è fondamentale: dal punto di vista tecnico la Ligue 1 non ha niente in più della Serie A, ma a livello di fatturato solo la Juventus in questo momento può permettersi colpi top
“.
Sulla Roma: “Paga un po’ il mercato: le cessioni di Strootman e Nainggolan si fanno sentire. I nuovi hanno fatto fatica ad ambientarsi e Di Francesco ha dovuto assemblare una squadra da zero. Mi aspetto un correttivo per sostituire Schick e Pastore, lontani parenti di quello che si pensava”.

Sui torti arbitrali: “Se continuiamo a cavalcare la possibilità che il campionato sia truccato possiamo smettere di andare allo stadio. Mi rifiuto di pensare che gli arbitri aiutino questa o quella squadra, è vero solo che sbagliano. Possiamo usare meglio il VAR, questo sì
“.
Su Barella: “Opzione per il Napoli? Secondo me è avanti l’Inter, ma è un giocatore di qualità e quantità e con ampi margini di crescita. Chi lo prende fa un colpaccio. Al Napoli non cercherei alternative a Milik
“.
Su Pjaca: “Per me ha un problema mentale: non incide mai e non ha mai lucidità, non si assume responsabilità. Sembra impaurito dall’errore, vive in una cappa che lo condiziona. Rispetto al potenziale tanto vale far giocare un giovane
“.
Su CR7: “Lui è un robot, inimitabile e. Nessuno riesce a stare dietro alla sua intensità e allo spostare l’obiettivo sempre più avanti. Lo sanno fare solo i migliori. L’effetto positivo sulla squadra si vede. Basti guardare ad esempio Dybala, che si sacrifica di più per la squadra e si allena con una intensità incredibile”.



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