Nel giorno di Natale, Stefano Cecchi è intervenuto in diretta a Sportiva per rispondere alle domande degli ascoltatori in Microfono Aperto
SUL RINNOVO DI QUAGLIARELLA: “Pensate se fosse andato a giocare in Arabia quanti soldi avrebbe preso. Invece ha fatto la scelta di portare quella bellissima maglia per la parte finale della sua carriera e sta mostrando di essere un giocatore dai grandi mezzi spesso inespressi”.
SUL VAR: “Credo che ci sia un fronte monolitico di resistenza da parte degli arbitri, perché già il Var ha molto corroso il potere dell’arbitro. Fino all’avvento della tv, l’arbitro poteva determinare la gara in maniera clamorosa. Adesso, se noi concedessimo anche all’allenatore di fare 1-2 chiamate per evitare errori macroscopici che sono capitati anche con il Var, l’arbitro diventerebbe completamente laterale. Per me sarebbe un bene, per la categoria degli arbitri un po’ meno”.
SUL MILAN: “Mi ero sbilanciato, mi piaceva, mi sembrava una squadra costruita con intelligenza. Alla luce dei fatti, alcuni acquisti non hanno funzionato. Se il Milan recupererà il materiale tecnico che ha a disposizione e se dentro la testa di Higuain cambierà qualcosa, il Milan può tranquillamente arrivare quarto. Dovessi scommettere, lo farei sui rossoneri”.
SU HIGUAIN: “Il suo problema è lo stesso che è capitato l’anno scorso con Bonucci. L’impressione, purtroppo, è che il Pipita sia già con la testa al Chelsea. Un giocatore che tre anni fa si era identificato come “masaniello della napoletanità” e poi è scappato di notte per andare alla Juventus, non mi stupisce che oggi sia distante dalla mentalità milanista. È un giocatore con poca anima”.
SUL PROSSIMO ALLENATORE DEL MILAN: “A me dispiacerebbe l’addio di Gattuso: ha le sue colpe, ma il Milan è anche figlio di alcuni errori della campagna acquisti e della sfortuna che lo ha privato di molti elementi importanti. Bonaventura, per esempio, è un giocatore che in quello scacchiere era un jolly utilissimo. Se Gattuso dovesse lasciare il Milan, servirebbe un maestro di calcio che abbia alle spalle anche una storia ‘da Milan'”.
SUL CAMPIONATO: “Prima dei diritti tv, in 25 anni il campionato l’hanno vinto 12 squadre. Dopo, solo 5 squadre, tra cui le due romane, che l’hanno vinto solo una volta. È successo qualcosa di rivoluzionario e di irreversibile. L’unica vera battaglia da fare è per una ripartizione diversa dei soldi che arrivano dalle tv”.
SU ROSSI ALLA FIORENTINA: “Lo riprenderei per affetto, ma per scelta tecnica ho qualche dubbio che l’ultimo infortunio lo abbia pesantemente condizionato, tanto da avere difficoltà oggi ad essere competitivo in Serie A”.
SU NAINGGOLAN: Si meritava di essere messo da parte, perché un professionista non fa quello che fa lui. Spalletti ha molto pesato nella scelta di acquistarlo, quindi fossi il presidente chiederei spiegazioni all’allenatore del perché ha fatto fare alla società un investimento che non sta pagando”.