Schick e Caldara? La Juve ci ha visto benissimo

Nel “Microfono Aperto”, così Stefano Agresti: “Milan? Ha avuto un periodo di difficoltà, lasciando punti per strada, ma ora sta dimostrando grande carattere, vincendo partite in cui non gioca nemmeno benissimo. E’ scattata una scintilla, ha cercato il successo fino all’ultimo, benché Higuain fosse uscito per infortunio. Juve? E’ la più forte, ma non vuol dire che abbia già vinto il campionato. In difesa ha subìto diversi gol ed ora è attesa da un calendario più complicato di quello del Napoli. Inter e Napoli hanno il dovere di rimanere in scia e crederci fino in fondo. In questo caso Ancelotti si sta assumendo la responsabilità di essere un inseguitore della Juve, Spalletti invece si defila da questo ruolo. La Champions non è il Campionato. Nel campionato vince la squadra più forte, mentre in Champions basta sbagliare mezza partita per essere fuori. La Juve è la favorita insieme al City. Schick e Caldara? La Juve ci ha visto benissimo, non hanno reso come si pensava. La cessione di Higuain invece è dovuta all’ingaggio e per scelta tecnica, dato l’arrivo di Ronaldo. Alcuni giocatori dell’Atalanta faticano ad affermarsi nelle grandi squadre, dove ci sono maggiori pressioni. Il salto un pò si paga. Cristante? Una delle delusioni più importanti della stagione, considerando che la Roma l’ha pagato 30 milioni. Genoa? A volte è un colpo di fortuna quello che cambia il destino di una Società, come Abramovic con il Chelsea. Per il momento i magnati vanno in Inghilterra o a Parigi. Quelli in Italia ci sono più per fare affari che per vincere scudetti. Torino? Squadra completa che si sta esprimendo molto bene e se ritrova il vero Belotti può essere temibile per chiunque. Può sperare in una rimonta nei confronti di Lazio e Milan, un pò come l’Atalanta 2 anni fa. Il primo intervento concreto nella legge di bilancio? Mi soprende perché premia con il 10% dei diritti televisivi le società che impiegano i giovani, togliendole a quelle che hanno un grande passato. Credo che questo sia un segnale importante, nel momento in cui ci lamentiamo che i giovani italiani non giocano. Il Coni fino ad oggi non ha avuto la forza di imporre ai grandi club una situazione del genere. Nei diritti televisivi, in Inghilterra il rapporto è quasi paritario tra grandi e piccoli club, mentre in Italia il rapporto è di 1 a 4 e ciò aumenta la forbice. Se un governo ha la forza di riequilibrare questa ricchezza va visto con ottimismo, anche se io non ho grande fiducia nella politica quando mette le mani nello sport, come si è visto quest’anno nel campionato di Serie B.”.

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