Eto’ come Weah: punta alla presidenza del Camerun

“Buongiorno signor presidente”. Un saluto che si addice a Samuel Eto’o Fils (il nome completo, dove Fils – figlio in francese – corrisponde allo junior inglese), in quanto numero uno della federcalcio del suo Paese, il Camerun. Ma che potrebbe diventare appellativo di ben altro peso se il percorso che sta intraprendendo lo portasse al traguardo a cui mira, pur continuando a negarlo: la poltrona di capo dello Stato.

Prima o poi infatti, Paul Biya, l’ex Primo Ministro diventato presidente del Camerun nel 1982 e ancora in carica oggi alla tenera età di 89 anni, il cui mandato scadrà nel 2025 (a patto che ci arrivi…) dovrà farsi da parte. Non avendo mai coltivato un successore – della serie “dopo di me il diluvio” alla Luigi XV – la corsa alla poltrona del palazzo di Etoudi, il quartiere di Yaoundè dove sorge la residenza presidenziale, è quanto mai aperta e incerta.

E allora perché non credere che Samuel possa pensare di intraprendere un cammino alla George Weah: da grande cannoniere (con legami stretti oltretutto col Camerun, avendo iniziato la carriera nel Tonnerre Yaoundè) a capo di Stato nella sua Liberia.

D’altronde Eto’o non è mai stato tipo da accontentarsi della pur straordinaria prima vita calcistica. Non gli sono bastati i due triplete, il primo con il Barcellona nel 2008-09, l’altro con l’Inter nella stagione successiva. Nemmeno le tre Champions, le due Coppe d’Africa, l’oro olimpico di Sydney 2000, e i tanti titoli e coppe nazionali.

La seconda vita lo intriga ancor di più. Da imprenditore non ha avuto grande successo: la sua compagnia telefonica, lanciata in patria nel 2012, la “Set Mobile”, ebbe vita breve, schiacciata tra i colossi Mtn e Orange: “Mi sono lanciato in un campo che non conoscevo abbastanza – disse all’epoca – Pur circondandomi di gente esperta, probabilmente ho fatto degli errori”. Invece di godersi la vita in una delle sue quattro case sparse per il mondo – Parigi, Milano, Abidjan e Douala – Eto’o dopo il ritiro ha spostato le sue mire sulla politica.

Fonte: gazzetta,it

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