L’assedio al re si chiude in cima al Col du Granon, 2413 metri, il più alto arrivo in salita del Tour de France da 25 anni. Qui, tra le nuvole della più dura tappa dell’edizione 109, dopo una giornata in cui la sua Jumbo-Visma prova in ogni modo di mettere in difficoltà Pogacar, persino in cinque attorno allo sloveno in maglia gialla, il danese Jonas Vingegaard mette sulle ginocchia il re sloveno. Pogacar finora inattaccabile, irresistibile, capace di ogni cosa, eppure anche lui cede. Di schianto, non prova nemmeno a reagire, come se le gambe fossero di piombo. Vingegaard lo attacca a 4,6 km dall’arrivo sul Granon, e dopo 800 metri è già maglia gialla virtuale, lui che aveva 39” di ritardo in classifica. È il momento iconico dell’undicesima tappa della corsa francese, Albertville-Col du Granon, 151,7 km, la più dura, con 4000 metri di dislivello negli ultimi 100 di corsa: intensissima e spettacolare.
Il danese della Jumbo-Visma, 25 anni, che al mattino lavorava al mercato del pesce e al pomeriggio si allenava in bici prima di pensare al professionismo, vive la giornata della vita: dopo il secondo posto nel 2021 alle spalle di Pogacar, eccolo in maglia gialla. Primo sul Col du Granon; secondo Quintana a 1’, terzo Bardet a 1’11”, poi Thomas a 1’40”, Gaudu a 2’05”, Adam Yates a 2’11” e Pogacar a 2’52”. In classifica Pogacar è a 2’23” da Vingegaard. E giovedì, giorno della festa nazionale francese, ecco il traguardo in vetta all’Alpe d’Huez.