Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha concesso una lunga intervista a Kiss Kiss Napoli, affrontando tutti i temi d’attualità che riguargano la squadra, dal calciomercato ai rapporti con la tifoseria, fino alla nuova campagna abbonamenti. In una sola estate gli azzurri hanno cambiato tantissimo, perdendo in un colpo solo punti di riferimento tecnici e anche all’interno dello spogliatoio come Insigne, Koulibaly e Mertens. Addii che dovranno essere assorbiti nel più breve tempo possibile, ma De Laurentiis, arrivato in ritardo a Dimaro, dichiara di non aver mai perso di vista il “suo” Napoli e torna sulle polemiche innescate da una celebre uscita in conferenza stampa sulle richieste economiche in sede di rinnovo dei giocatori poi partiti: “Il Calcio Napoli è vivo e vegeto ed è fortissimo. Non è successo nulla di sconvolgente, forse sono stato male interpretato quando ho parlato della ‘vil moneta’. Secondo me la maglia azzurra deve essere considerata da un tifoso come una seconda pelle, ma anche da chi la indossa da tanti anni. Quando li sento parlare di aumenti di stipendi e qualcuno di questi va a finire in campionati misconosciuti solo per soldi mi chiedo dove sia il senso di appartenenza”.
ADL è poi entrato nel merito della cessione di Koulibaly: “Ho lasciato andare Koulibaly perché mi è venuto a chiedere di andare via ‘Ho pochi anni di carriera, mi faccia andare’. Il Barcellona non aveva i soldi, al Chelsea ho detto sì, ma se un calciatore vuole andare a fare un’esperienza in un campionato come quello inglese non ci si poteva opporre. Dobbiamo essere riconoscente nei suoi confronti”.
Il piatto forte dell’intervista riguarda però Dries Mertens. De Laurentiis entra nel merito del mancato rinnovo del belga, chiudendo definitivamente la porta alla speranza dei tifosi di un ritorno in azzurro di ‘Ciro’ e spiegando l’estremo tentativo fatto per tenere in rosa il miglior marcatore della storia azzurra: “De Laurentiis è società, ma è anche tifoso del Napoli – le parole del presidente – Il calcio oltre a passione ormai è un’industria e in quanto tale deve seguire le regole del mercato, che non collimano sempre con quelle dei tifosi. Mertens si è proposto per un altro anno perché sa che a 35 anni prima o poi dovrà ritirarsi. Ma anche lui ne ha fatto solo una questione di vil denaro, quindi ho dovuto dire di no. Pagare una cifra sproporzionata a Mertens ci avrebbe fatto mancare il budget per prendere giocatori più giovani nelle prossime sessioni. L’ultima offerta che gli ho fatto era da 4 milioni lordi per la prossima stagione, l’ha rifiutata e a quel punto non ho potuto che ringraziarlo per tutto ciò che ha fatto per noi, augurandogli il meglio e dicendogli che non potevamo fare di più. Il Napoli ha bisogno di giocatori giovani per le prossime stagioni”.
Da chi nel Napoli non giocherà più a chi potrebbe giocarci il passo è breve. De Laurentiis dice tutto sul mercato, da Kim a Simeone: “Mi piace l’idea di avere un giocatore coreano, peraltro sui generis essendo alto 1,90. Un coreano a Napoli è un bel mix che mi incuriosisce, ma pensare di pagargli le tasse anche in Corea mi sembra strano.. Chiavelli finirà per essere un consigliere di Tremonti… Simeone mi piace molto, ma bisogna capire cosa ne pensa l’allenatore: è un bravissimo attaccante, ma è meno compatibile con Osimhen rispetto a Petagna, ma non giocando con il 4-4-2 sono discorsi relativi. Una partita dura 90 minuti, ci sono cinque cambi e tutti i giocatori devono capire che essere sostituiti o entrare dopo non è la fine del mondo. Altro tema caldo i portieri, con la caccia aperta a un estremo difensore che non necessariamente dovrà fare solo la riserva a Meret: “Bisogna averne almeno due bravi, poi spetta all’allenatore gestirli. Non possiamo avere un primo forte e un secondo schiappa solo per far felice Meret, questo spero lo capisca anche lui. Un portiere non può fare 52 partite in una stagione. Flash sul rapporto con Spalletti: “Abbiamo un ottimo rapporto, sincero, siamo veraci e ci diciamo sempre quello che pensiamo”.
Di precisazione in precisazione De Laurentiis è poi tornato su un’altra frase che fece discutere, quella sui “tifosi vessati che trovano nel tifo una valvola di sfogo”: “Il Covid ha stravolto tutto, Quando perdi più di 200 milioni, in un contesto di calcio italiano in cui si perde 1 miliardo e 800 milioni in un bienno ci si sente frustrati. Bisogna anche sapere interpretare le parole che uno pronuncia. È chiaro che a un certo punto ci si identifichi con chi per altre motivazioni può essere danneggiato economicamente, deluso nei propri affetti e nel proprio lavoro. E trova valvola di sfogo nel suo essere tifoso, che è una zona franca. Io ho detto che uno si sente vessato e ha bisogno di sfogarsi, ma quando si fanno delle conferenze stampa per alcuni argomenti, poi magari un giornalista tira fuori una battuta, c’è una domanda non prevista e la risposta che viene data viene forse mal interpretata”. ADL è poi lapidario riguardanti le voci su una possibile cessione del club: “Nel 2017-’18 rifiutai un’offerta di 900 milioni di dollari e da un anno e mezzo ho tantissime offerte, tutte rispedite al mittente così come le tre che ho ricevuto da altrettanti fondi per il Bari. Anche l’ultima offerta che mi è arrivata, da 2,5 miliardi di euro per tutto il mio gruppo, l’ho rispedita al mittente. Posso restare e divertirmi ancora?”.