Nuovo ds Juve, il casting: chi sono e cosa fanno i tre candidati

Alla Continassa si valuta l’arrivo di un nuovo direttore sportivo. L’identikit è presto tracciato: la Juve non vuole stravolgere il lavoro intrapreso nell’ultimo anno e mezzo ma potenziarlo, per questo non vanno escluse promozioni interne tra le diverse possibilità.

L’arrivo di un nuovo riferimento per il mercato non per forza mette in discussione la posizione di Federico Cherubini, che potrebbe assumere il ruolo di direttore generale, ed è ancora piuttosto sensibile a potenziali colpi di scena: difficile, infatti, che i ragionamenti possano prendere un indirizzo preciso prima dell’insediamento del nuovo consiglio d’amministrazione (previsto il 18 gennaio). Al netto di sorprese, per adesso sembra una corsa a tre come segue.

Il primo nome è quello di Cristiano Giuntoli. L’attuale ds del Napoli giunge da tante stagioni in ascesa, anni di gavetta che gli hanno dato l’opportunità di assimilare diverse esperienze e affinare il suo modus operandi. I colpi Kim e Kvaratskhelia lo hanno messo particolarmente in luce l’estate scorsa, ma già da tempo mostra una certa capacità nel saper ottimizzare le risorse economiche a disposizione con dei colpi funzionali. Classe 1972, un trascorso da calciatore nel ruolo di difensore e tanti successi da dirigente: prima allo Spezia e poi al Carpi, portando entrambi i club a guadagnare la categoria superiore, cioè la Serie B e la Serie A. Dal 2015 lavora per il Napoli, club con il quale ha un contratto fino al 2024: si è parlato di rinnovo ma un’offerta della Juve potrebbe cambiare tutto.

Poi c’è Giovanni Rossi,  vecchia conoscenza del mondo bianconero: è stato responsabile del settore giovanile della Juve tra il 2010 e il 2013 e uomo di fiducia di Max Allegri. I due hanno condiviso la loro prima esperienza post carriera da calciatori all’Aglianese (in Serie C2) e si sono ritrovati al Sassuolo (guadagnando la categoria superiore, la Serie B). Ha un ingaggio più alla portata e una curriculum di scova talenti di tutto rispetto. Classe 1966, un passato da centravanti e una predisposizione naturale a mettersi a disposizione del team di lavoro che coordina. Le esperienze passate al Cagliari e ancora prima al Prato lo hanno formato, appare adesso pronto per il salto in una big. A Torino conosce struttura societaria e mentalità aziendale, insomma non avrebbe bisogno di ambientarsi laddove ha imparato tutto.

Già operativo nella Juve e con tutte le caratteristiche del predestinato, anche Giovanni Manna, classe 1988 e già direttore della Seconda squadra da qualche anno (dopo aver fatto bene in Primavera) è da tenere in considerazione. Dopo i primi passi da dirigente nel Forlì, le esperienze in Svizzera nel Chiasso e soprattutto nel Lugano, è arrivato in punta di piedi a Torino nell’estate del 2019 e ha mostrato sin da subito una certa abilità gestionale a supporto dei tecnici e del gruppo di lavoro. La Juve lo ha soffiato all’Inter (anche Marotta gli aveva già messo gli occhi addosso…), di recente l’Udinese ha pensato a lui. I risultati raggiunti dal progetto Next Gen negli ultimi anni sono in linea con gli obiettivi del club: la promozione in prima squadra sarebbe un naturale riconoscimento.

Fonte: Gazzetta.it

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