Sharapova alla Gazzetta: “Sinner, però adesso devi vincere…”

Maria Sharapova ha avuto tante vite. Ragazzina prodigio capace di vincere Wimbledon a 17 anni battendo Serena Williams, due volte regina al Roland Garros e campionessa agli Us Open. Maria e Serena, un dualismo che ha scandito per anni il tennis femminile, sempre a caccia di star, di personaggi capaci di reggere la scena. Una volta chiuso col tennis, la ex numero 1 al mondo e cinque volte campionessa Slam è rimasta un’attenta osservatrice del suo sport. Si dedica agli affari, dalla moda (è nel Cda di Moncler), al fitness al beauty, e fa la mamma di Theodore, avuto dal compagno Alexander Gilkes 11 mesi fa.

Maria, Parigi è il suo Slam. Eleganza e tradizione, l’ha vinto due volte, che ricordi ha?

“Potrà sembrare strano, ma i ricordi più forti sono legati ai momenti di difficoltà, quelli che mi hanno formata anche come persona. Come ad esempio la battaglia con la Halep nella finale del 2014, forse la più faticosa della mia vita. Il titolo del 2012 contro Sara Errani invece lo ricordo con gioia perché ho completato il Grande Slam della carriera”.

Ha vissuto l’età dell’oro del tennis, con i Fab 4 da una parte e le Williams dall’altra. Uno dopo l’altro stanno smettendo tutti, e adesso?

“La storia del tennis è sempre stata scandita da superstar. Si sta chiudendo un periodo forse irripetibile, ma stiamo già assistendo alla nascita di nuovi campioni”.

Come un certo Alcaraz, ad esempio?

“Esattamente. Carlos è incredibile. Quello che più mi affascina di lui è lo spirito battagliero su ogni punto. Riesce a dare spettacolo e infiammare il pubblico ogni volta che mette piede sul campo. Non vedo l’ora di assistere alla sua crescita, sono davvero curiosa di vedere dove può arrivare e cosa potrà fare”.

Lo hanno definito erede di Nadal, cosa ne pensa?

“I paragoni con Rafa sono stati inevitabili all’inizio, ma quello che trovo davvero interessante è come lui stia sviluppando un suo stile, una sua personalità. Unico”.

Si è parlato della rivalità tra Alcaraz e Sinner, ma Jannik non è ancora riuscito a vincere un grande torneo.

“Conosco abbastanza bene Jannik. Da Riccardo Piatti ho avuto l’occasione di condividere alcuni momenti di lavoro. È un ragazzo serio, umile, dedicato. Mi piace molto il suo stile fluido e potente, sembra quasi che non faccia fatica, e invece c’è una grande sforzo dietro il suo gioco”.

Pensa che sia pronto per vincere uno Slam?

“Spero che lo sia. Il gioco ce l’ha e i fans aspettano il suo trionfo”.

Il tennis femminile sta faticando a trovare una star che catalizzi l’interesse. Vede una sua erede all’orizzonte?

“Al momento direi di no. Ci sono ottime giocatrici con stili diversi. La formula del successo non è facile da raggiungere, serve un perfetto equilibrio tra il gioco, gli impegni con gli sponsor e il tempo libero”.

Conosce bene i sacrifici dello sport, e se suo figlio decidesse di seguire le sue orme?

“Non mi opporrei. Crescere nello sport mi ha insegnato tantissimo nella vita. Ho imparato da trionfi e fallimenti. Se decidesse di prendere in mano una racchetta sarei in grado di guidarlo al meglio”.

È partita dalle caramelle Sugarpova e ora è una donna d’affari a tutto tondo. Ha anche un ruolo operativo in Moncler.

“La passione per la moda e il design mi ha accompagnata sempre, anche sul campo. Ho molta stima di Remo Ruffini e come membro del consiglio di amministrazione sono in grado di contribuire alla crescita dell’azienda in tanti modi diversi e stimolanti con lo stesso impegno di quando ero sul campo”.

La vediamo spesso in Italia, cosa la lega al nostro Paese?

“Ricordi incredibili: dalla vittoria dei titoli a Roma, al periodo di allenamento a Bordighera, alle vacanze sulle vostre coste. E vogliamo parlare del cibo? Se non ci sono piatti gustosi, allora anche la vacanze mancano di sapore…”.

Fonte: gazzetta.it

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