Federico Balzaretti, responsabile dell’area tecnica dell’Udinese, è intervenuto oggi a Radio Sportiva nel giorno del compleanno della nostra emittente:
13 anni fa Balzaretti era nel Palermo. “Ricordo il presidente Zamparini che non c’è più, che ha fatto tanto per il Palermo e per me. Una squadra forte, con tanti talenti. Fu quello l’ultimo anno con un Palermo così forte. Una stagione culminata con la finale di Coppa Italia, con l’Olimpico colorato di rosanero. Bellissimi ricordi”.
Il passaggio dal campo alla scrivania. “Sono sempre nello stesso mondo, con la grandissima fortuna che ho avuto nel riuscire ad avere un cambio nella carriera. Ho smesso molto giovane, nel punto più alto quando sono andato alla Roma. Ho avuto un infortunio molto serio – racconta Balzaretti a Radio Sportiva – non è mai facile il periodo di transizione. Ho avuto la fortuna di avere una famiglia equilibrata. Mi sono messo in discussione. La Roma mi ha dato la possibilità di entrare nella direzione sportiva, il mio nuovo percorso è iniziato otto anni fa nel 2015. Ora questa esperienza straordinaria all’Udinese. Mi godo qui ogni momento, come facevo in campo. E lo faccio con maggiore responsabilità”.
L’Udinese di Pozzo società esperta nello scounting che vuole arrivare sui talenti prima delle big? “La chiave è questa. C’è un responsabile che è Andrea Carnevale e che ha fatto la storia di questo club. La struttura è rimasta assolutamente la stessa. Un confronto quotidiano, una rete importante di osservatori, tanti agenti che propongono talenti e che sanno come facciamo crescere i giocatori. Poi c’è una sinergia importante col Watford e col direttore Giaretta. Poi ovviamente c’è la proprietà col dottor Gino Pizzo che ha una bravura straordinaria a livello manageriale. La chiave è quella, ovvero arrivare prima degli altri sui giocatori che ci servono”.
Il cambio di guida tecnica all’Udinese, da Sottil al ritorno di Cioffi in panchina. “Ogni cambio è sicuramente molto sofferto. Quando si lavora nel quotidiano, quando c’è un cambio è sempre una decisione sofferta. Oltre all’aspetto tecnico c’è quello umano. Gabriele ha avuto un grande impatto – spiega Balzaretti a Sportiva – Conosceva molti giocatori, l’ambiente, si sapeva già come lavorava perché i suoi risultati erano stati positivi. Impatto buono, ha portato le sue idee e i suoi principi all’interno di questo sistema di gioco. I risultati si vedono, tutte le prestazioni sono state positive. Il mister si è arrabbiato molto nel primo tempo a Roma, forse lì non siamo stati l’Udinese che vogliamo essere. Ma la squadra sta rispondendo. Campionato difficile. Ora una partita molto importante col Verona. Pensiamo a lavorare e valorizzare le nostre caratteristiche. Sappiamo che c’è molto da fare”.
Conviene silenziare il telefono in vista del mercato di gennaio per Samardzic? “Metteremo il telefono silenzioso, accettiamo il consiglio – sorride Balzaretti a Radio Sportiva – La volontà è quello di tenerlo a Udine. Sappiamo che piace a molti club ma deve restare da noi perché deve completare il suo percorso di crescita. Un talento di massimo livello, un talento puro. A me ricorda il primo Pjanic alla Roma. Gli auguro di fare una carriera come lui, nei top club europei. Ha tutto il potenziale per poterlo fare ma tutti i giorni gli ricordo che il suo futuro passa dal suo presente”.
In Pafundi si rivede il talento, la scintilla di Pastore e Ilicic? “Sì, in lui la vedo. Un grandissimo talento. Anche lui deve lavorare moltissimo su tanti aspetti, soprattutto sulla resilienza. Un ragazzo molto giovane, sulla bocca di tutti. Non sta trovando molto spazio. Questo sacrificio, questo soffrire lo porterà a fare un percorso importante. Non solo un fatto tecnico. Io credo che lui abbia tutto per arrivare a grandi livelli con la voglia di migliorarsi e il sacrificio. Non parlo di lui, parlo in generale. Il talento è solo uno degli aspetti che ti serve per arrivare. Pafundi sta facendo benissimo con la nazionale”.