Leao non è in un momento semplice. Segna poco in Serie A – solo 3 gol da agosto – e l’infortunio di novembre lo ha costretto a un periodo di rodaggio complesso. È stato fuori dall’11 novembre al 13 dicembre e appena tornato non aveva lo spunto dei giorni buoni. Normale. In campo a tratti sembra perso, poi si accende, quasi mai è decisivo in area di rigore. Se si aggiunge che gli avversari spesso lo raddoppiano al primo tocco, si capisce che sta vivendo una delle situazioni più complesse degli ultimi tre anni. A Milanello però da qualche settimana è tornato il fratellone svedese. Ibra non va al campo tutti i giorni – negli ultimi due giorni ad esempio non c’è stato – ma è una presenza che si avverte. Per Rafa, anche di più.
Il feeling del resto è antico. Quando si parlava del ritorno di Ibrahimovic da dirigente, Rafa sui social lo ha definito “goat”, il più grande di sempre. E nel 2022 diceva: “Quando stai in campo con lui, devi dare sempre il massimo. Devo ascoltarlo, lui mi dice ‘Rafa guarda, quando entri in campo tu sei un mostro, prendi la palla e vai'”. Zlatan ha sempre detto che con Leao ha faticato a diventare motivatore, più che con tutti gli altri compagni: “Leao si è convinto da solo a correre. Non correva, io ho provato ma non trovavo un contatto mentale con lui, non riuscivo”. Quelle parole di Ibra però devono essere rimaste in testa… e le nuove parole da motivatore aiuteranno Rafa a diventare più forte.