Non segna più, non tira più: la cura Ibra per il mal di gol di Leao

Il giro del mondo in 80 giorni di Rafa Leao è un’avventura degna di un libro. Resta da capire se finirà bene o male. Rafa Leao non fa gol in Serie A da settembre e non calcia in porta dal 29 ottobre: sono 80 giorni esatti. Il numero, francamente, fa impressione. Uno dei migliori attaccanti del campionato da quasi tre mesi non compie l’atto più scontato della sua vita: prendere lo specchio. Nel periodo ha segnato in Champions e in Coppa Italia, ha dato assist in campionato, ha messo in difficoltà le difese e trovato sulla sua strada i corpi degli avversari. A Empoli ha quasi segnato in sforbiciata e avrebbe certo preso la porta, se un difensore non si fosse trovato sulla traiettoria. Tutto vero, ma il dato resta… e resta la grande volontà di Rafa di cancellarlo. Come nel “Giro del mondo in 80 giorni” (l’altro, il libro) ha un assistente chiave: Zlatan Ibrahimovic.

Leao non è in un momento semplice. Segna poco in Serie A – solo 3 gol da agosto – e l’infortunio di novembre lo ha costretto a un periodo di rodaggio complesso. È stato fuori dall’11 novembre al 13 dicembre e appena tornato non aveva lo spunto dei giorni buoni. Normale. In campo a tratti sembra perso, poi si accende, quasi mai è decisivo in area di rigore. Se si aggiunge che gli avversari spesso lo raddoppiano al primo tocco, si capisce che sta vivendo una delle situazioni più complesse degli ultimi tre anni. A Milanello però da qualche settimana è tornato il fratellone svedese. Ibra non va al campo tutti i giorni – negli ultimi due giorni ad esempio non c’è stato – ma è una presenza che si avverte. Per Rafa, anche di più.

Leao ha considerato Ibrahimovic un fratello maggiore, quasi un papà aggiunto. È una questione di chimica, di uomini diversi, diversissimi, che si riconoscono come campioni. Rafa e Ibra hanno avuto un’infanzia non semplice ma hanno sviluppato un approccio al mondo opposto: per Zlatan tutto è una sfida, mentre il simbolo di Rafa è il sorriso. I milanisti in questi anni hanno ripetuto un concetto: “Se solo Leao avesse un terzo della cattiveria di Ibra…”. Vero, ma non è così semplice. Ibrahimovic gli ha parlato anche in questi giorni, riprendendo abitudini antiche, da compagni di squadra.

Il feeling del resto è antico. Quando si parlava del ritorno di Ibrahimovic da dirigente, Rafa sui social lo ha definito “goat”, il più grande di sempre. E nel 2022 diceva: “Quando stai in campo con lui, devi dare sempre il massimo. Devo ascoltarlo, lui mi dice ‘Rafa guarda, quando entri in campo tu sei un mostro, prendi la palla e vai'”. Zlatan ha sempre detto che con Leao ha faticato a diventare motivatore, più che con tutti gli altri compagni: “Leao si è convinto da solo a correre. Non correva, io ho provato ma non trovavo un contatto mentale con lui, non riuscivo”. Quelle parole di Ibra però devono essere rimaste in testa… e le nuove parole da motivatore aiuteranno Rafa a diventare più forte.

Fonte: gazzetta.it

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