“Sette errori in tredici giornate sono troppi punti persi – prosegue il dirigente arrivato nella Capitale la scorsa estate – Il problema è un altro: in nessuna delle sette occasioni l’arbitro ha fatto ricorso alla verifica video. Se gli episodi fossero stati rivisti dal Var quasi certamente i risultati finali sarebbero stati altri. Una sola volta la Roma ha voluto manifestare il proprio disappunto, nel post-partita di Monza dove il danno era stato evidentissimo e dove lo stesso Monza aveva alzato la temperatura criticando la scelta di un arbitro di Roma”.
“Sottolineo anche che la Roma è sempre stata collaborativa con l’AIA e il designatore Rocchi – ha detto Ghisolfi – anche negli incontri abituali che si tengono annualmente. Abbiamo cercato di ascoltare le loro ragioni, pur non condividendone alcune prese di posizioni pubbliche, mai censurate dallo stesso organismo, come quando alcuni addetti ai lavori dichiaravano pubblicamente che arbitrare all’Olimpico, in uno stadio sempre pieno, non aiutasse il direttore di gara”.
Lukaku andava espulso? “Ne sono convintissimo. Giallo il primo fallo su Celik e rosso diretto, non secondo giallo, su Svilar”.
Successe a gennaio prima di Roma-Atalanta. Per caso ce l’avete con Gasperini proprio alla vigilia del confronto diretto? “Non è un discorso contro l’Atalanta, non siamo così… come si può tradurre sans honte in italiano?”. Quindi come Conte volete cancellare alla fonte re-tropensieri del terzo tipo? “Vedi, è assai probabile che anche in questa stagione l’Italia possa avere cinque posti in Champions e, al netto degli errori commessi dalla squadra, un diverso trattamento avrebbe inciso in una forma meno impattante sulla classifica. Ti porto un esempio che i romanisti non hanno mai dimenticato: cosa sarebbe successo alla Roma e alle casse del club se l’arbitro Taylor avesse accordato quel rigore solare per fallo di mano di Fernando? Quell’errore ha cambiato la nostra storia e il nostro presente”.
Poi una battuta sui Friedkin, che “molto presto” torneranno a Roma perché “hanno scelto di lottare”: “Quanta passione i Friedkin abbiano per la Roma, il loro coinvolgimento è incredibile. Li sento quotidianamente, vogliono sapere tutto e nei particolari. Hanno investito risorse, tempo e sé stessi per restare a lungo e ottenere il massimo. Lo stadio nuovo non è un’ipotesi, ma un progetto concreto e stupendo. Ora chiedono di ricevere trattamenti equi e l’attenzione che si deve a tutti, nessuno escluso”.
Se avessero sostenuto maggiormente Mourinho nella sua battaglia contro il sistema forse oggi avrebbero raccolto qualche soddisfazione in più? “Ci siamo capiti, avanti”.