Tutto o niente, dunque. Ovvietà, si dirà: certo, ma anche l’ovvio fa parte del quotidiano e l’oggi dell’Inter è questo. Più l’oggi dei tifosi nerazzurri che non quello della squadra o di Inzaghi, a dire il vero. La testa, quella dei giocatori e del mister, è infatti sintonizzata sul 31 maggio: la delusione, se mai c’è stata (sicuro ci sia stata, e anche grande) è stata elaborata e smaltita nello spazio di un lunedì post-Lazio, non alberga certo ora in chi, per tutto l’anno, ha remato in un’unica chiara direzione. Un azzardo, forse. Ma al banchetto degli Dei d’Europa l’Inter ha voluto esserci a tutti i costi, andando oltre i propri limiti, pagando il dazio dovuto, pronta ora a un all-in che si consumerà all’Allianz Arena bavarese.
Quello di Como, in fondo, è stato un buon allenamento propedeutico al grande giorno: nessun rischio, la macchina ha girato sui ritmi di piena sicurezza. Nessuna forzatura, chiare le indicazioni arrivate dalla formazione iniziale, confermate poi dai cambi in corso d’opera. Lautaro, ad esempio: dopo il recupero miracoloso contro il Barcellona è stato tenuto in una teca protetta perché potesse arrivare integro e al meglio al 31. Thuram, discorso quasi identico. E poi Pavard, che contro i connazionali transalpini sarà baluardo prezioso. Frattesi anche. Per non dire di Bastoni, di Dimarco, di Mhkitaryan, di Acerbi preservati quanto più possibile. Ci sarà da valutare la condizione di Bisseck, ma tutto lascia pensare che Inzaghi arriverà a Monaco con la rosa al completo.