Enriquez Negreira è stato arbitro dal 1975 al 1992, e dal 1994 è diventato vicepresidente del Comitato Arbitrale spagnolo, carica che ha mantenuto fino al 2018. Dal 2003 (ma c’è chi dice dal 2001) al 2018, attraverso la sua società Dasnil 95, è stato a libro paga del Barcellona, che ha versato all’ex arbitro una cifra complessiva superiore ai 7 milioni di euro, con emolumenti da mezzo milione di euro all’anno nel 2016, 2017 e 2018.
Oggi El Mundo pubblica una seconda lettera datata dicembre 2018, che in realtà a livello temporale è antecedente all’altra, nella quale l’avvocato della Dasnil 95 chiede un pagamento di quasi 300.000 euro per il periodo giugno-dicembre del 2018, quando come detto il Barcellona aveva deciso di non usare più la consulenza di Enriquez Negreira, che proprio a giugno aveva chiuso il suo rapporto con la federcalcio spagnola.
Chiedendo un ultimo lauto pagamento per il suo assistito l’avvocato dice cose interessanti. “Dall’anno 2003 la società Dasnil 95, guidata dal Signor Enriquez, ha fornito servizi di consulenza tecnica su indicazione dei presidenti Signor Laporta, Signor Rosell e Signor Bartomeu, concordando gli onorari per ogni mandato presidenziale, frazionati in annualità e poi in mensilità”. È la prima volta che il nome dell’attuale presidente del Barcellona, in carica anche dal 2003 al 2010, viene fatto in maniera esplicita.
Il presidente della Liga Javier Tebas ha invitato Laporta a spiegare la faccenda o a dimettersi, il presidente del Barça ha risposto infuriato dicendo che Tebas ha “una nota fobia nei confronti del Barcellona”. Laporta avrebbe intenzione di indire una conferenza stampa tra due-tre settimane, secondo quanto riportato in maniera vaga dal Mundo Deportivo. Ricordiamo che per la legge sportiva spagnola i reati prescrivono dopo 3 anni, quindi al momento il Barcellona non rischia nulla, anche perché l’indagine sulla Dasnil 95 per ora è solo di carattere fiscale. Se dovesse allargarsi a una questione penale e si dovesse arrivare a una condanna per corruzione allora in quel caso anche la giustizia sportiva avrebbe argomenti per muoversi. Tutto molto aleatorio, però lo scandalo monta come l’indignazione.