Andres Blazquez apre le porte del suo ufficio. Una chiacchierata con la stampa per parlare del mercato che si è concluso lo scorso primo febbraio. Direttamente da Villa Rostan e dal centro sportivo “Gianluca Signorini”, il CEO del Genoa ha fatto il punto della situazione della fine della sessione di trattative: “Siamo soddisfatti. E’ stato un mercato condizionato dagli accordi presi col Tribunale. Non potevamo fare niente fino a che non avessimo liberato alcuni stipendi o avessimo ceduto un giocatore. Eravamo costretti a vendere per poter far qualcosa. Abbiamo valutato che il giocatore che aveva un mercato più importante, in un ruolo dove eravamo messi meglio, era Dragusin. Ha ricevuto un’offerta molto importante a livello personale e noi a livello societario. Abbiamo provato a prendere il più possibile per lui sapendo che quella posizione era coperta al meglio. Siamo contenti di questa cessione, ovviamente ci mancherà Radu sia a livello personale che a livello sportivo, è un grandissimo professionista ma è anche un prestigio vendere ad un club come il Tottenham avendo avuto anche offerte dal Bayern. Questo la dice lunga del lavoro che ha svolto Spors. Sono usciti quattro giocatori che collettivamente avevano giocato 600 minuti. Erano giocatori non utilizzati dal mister e penso che la loro partenza temporale sia positiva. Li abbiamo sostituiti prendendo giocatori più funzionali per noi, come nel caso di Bohinen, acquisto importante anche per il futuro. Credo che darà cose importanti. In attacco, con un gran lavoro di scout, è arrivata una scommessa come Ankeye. E’ stata una trattativa molto difficile, è stata complicata per alcune situazioni interne finite poi sul giornale. Credo che il giocatore ci farà vedere cose importanti ma credo che ci vorranno ancora delle settimane perchè non gioca da dicembre. Vitinha ci dà delle soluzioni che non avevamo in questo momento, abbiamo avuto veramente fortuna a convincere a venire qui. Poi è arrivato Spence, giocatore che avevamo cercato in estate ma in un primo momento il costo all’epoca era proibitivo. Nella trattativa col Tottenham siamo riusciti ad avere un prezzo importante con loro che hanno mantenuto l’opzione di ricompra interessante. Imparerà col tempo come giocare, sia in difesa che in attacco, ma ci darà soddisfazione. E’ un ragazzo stupendo e credo che, se si trova bene qui, sarà un importante acquisto anche per il futuro del Genoa”.
Colpo Gudmundsson
Il CEO rossoblu poi ha svelato un retroscena di mercato su un giocatore cercato ma alla fine che non ha raggiunto la città della Lanterna: “Abbiamo mandato Ottolini all’ultimo giorno di mercato ad acquistarlo, ma non siamo riusciti a trovarlo. Era un centrocampista di inserimento”. Il vero colpo di mercato è stato trattenere Albert Gumdundsson, faro del Grifone in campo: “Sul tema Gudmundsson, mi fa un po’ sorridere tutte queste storie che sono state montate dai tifosi e dai giornalisti. Per Albert abbiamo avuto un’offerta tre giorni prima che finisse il mercato. Mi ha chiamato la Fiorentina e mi ha detto che volevano l’islandese, io gli ho risposto di non mandarci offerte perchè non lo avremmo venduto. Gli ho detto: ‘ti dico un prezzo così capisci che non vogliamo venderlo: 40 milioni’. E’ arrivata un’offerta e ho impiegato tre minuti per dire no. Ho ringraziato per l’offerta ma ho rifiutato. So che hanno insistito molto con Albert, è venuto da me, mi ha detto che gli avevano fatto un’offerta molto importante e cosa ne pensassi. Io gli ho risposto: ‘Tu sei troppo importante per noi, per venderti in questo momento. Non possiamo venderti, per noi sei la differenza tra il poter arrivare nelle prime dieci e senza di te non ci arriviamo, Le squadre ti cercano, sei un calciatore molto importante per noi e non ti posso dare via’. Lui allora mi ha detto che ha capito, ha ringraziato ed è andato via. La Fiorentina ha incrementato l’offerta e non ho risposto perchè ho detto a Barone che non lo avremmo ceduto e allora perché rispondere ad una domanda fatta prima? Albert si è comportato in una maniera impeccabile. Finito il mercato mi ha scritto un messaggio: ‘Ok Andres, adesso arriviamo nella top ten’. Non era convinto di andar via, nemmeno Dragusin”.