In attesa dell’esordio dell’Inter in questo Mondiale per Club contro il Monterrey, match in programma per domani alle 3.00 (ora italiana), l’allenatore nerazzurro Cristian Chivu si è presentato in conferenza stampa per rispondere ai giornalisti presenti e analizzare l’avversario. Di seguito le dichiarazioni del tecnico rumeno:
Un’impressione sulle condizioni generali della squadra e poi avremo la possibilità di vedere, magari già dall’inizio i due nuovi acquisti?
“Buonasera di nuovo. La squadra ha lavorato bene, sono due giorni che ci siamo riuniti quasi al completo. Ovviamente c’è qualche problema, qualche acciacco. Però tutto sommato niente di particolare o di grave. Del resto i nuovi arrivati hanno hanno svolto un bel lavoro. Luis Enrique è un po’ indietro di condizione perché ha avuto qualche settimana in più di vacanza. Petar (Sucic, ndr) è tornato dalla nazionale direttamente qua, ha qualche allenamento in più con noi. E sicuramente li vedrete, avremo la possibilità di vederli all’opera o dall’inizio a partita in corso”.
Inzaghi ha sempre giocato col 3-5-2, modulo che anche lei ha usato a Parma. È l’idea che ha per l’Inter? E vorrà introdurre le sue novità in maniera molto graduale o questa squadra ha bisogno un po’ di una scossa?
“In Italia credo che siamo troppo legati a quello che sono i sistemi e i moduli. Quello che conta sono i principi di gioco che sono più importanti di qualsiasi sistema di gioco. Ovvio che negli ultimi anni l’Inter ha usufruito di questo sistema di gioco e questo modo di occupare il campo però, con la cosa più importante ovvero quella di avere principi che le ha permesso poi di ottenere anche dei risultati importanti. I principi non bisogna mai perderli, ci vuole tanta fluidità, tanta mobilità, tanta asimmetria, perché nel calcio di oggi non bisogna mai dare punti di riferimento, cercare sempre di creare delle problematiche all’organizzazione difensiva dell’avversario, che venga a prenderci a uomo che o che abbia un comportamento più passivo della difesa della porta. Però i principi questa squadra li ha sempre avuti. Noi cercheremo di aggiungere qualcosina in più, è ovvio che non è semplice. Prima di una preparazione della partita ovvio che c’è bisogno di tempo, però qualcosina probabilmente si vedrà già da domani”.
Quali sono le insidie prima di questo debutto sia dal punto di vista degli avversari che dal punto di vista dell’energia che dovete trovare?
“Bisogna non pensare al passato anche perché non lo possiamo cambiare, bisogna pensare che questo è il finale della stagione 2024/2025, che è una competizione che bisogna onorare per una squadra come l’Inter. Bisogna venire qua per essere la miglior versione di quello che è questo gruppo e questa squadra. Non bisogna pensare e cercare scuse e alibi per quanto riguarda la condizione fisica, come non bisogna cercarne per quanto riguarda la condizione mentale. Siamo pronti e abbiamo cercato di lavorare in questi giorni per creare una squadra con una serenità mentale e fisica che ci permette di avere delle buone prestazioni”.
Come hai trovato la ThuLa?
“Stanno tutti e due bene, hanno fatto questo percorso in nazionale di dieci giorni e abbiamo lasciato loro qualche giorno di riposo. Appena finito lo stage in nazionale, Lautaro si è aggiunto subito a noi qua in America e si è allenato subito. Marcus qualche giorno in più di di riposo l’ha fatto anche perché lui ha giocato la seconda partita in nazionale. E li vedremo all’opera anche loro in campo in questo torneo”.
Su Sergio Ramos e l’allenatore.
“Conosco l’allenatore Torrent, ovvio che Sergio Ramos non ha bisogno di presentazione. Tra l’altro abbiamo giocato anche contro un paio di volte, se non sbaglio. Conosco Canales, conosco Ocampos, sono giocatori che in Europa hanno fatto la loro carriera. È una squadra che ha una certa esperienza, una squadra che ha una certa identità e sicuramente è una squadra bella perché partecipa a questa competizione e sicuramente è una squadra che avrà le loro ambizioni”.
Differenza tra calcio americano ed europeo:
“Questa è una bella domanda, perché il calcio europeo è più organizzato, voi siete più spensierati e vi divertite un po’ di più. Trovare il mix tra le due cose secondo me sarebbe sarebbe perfetto. Però non c’è tanta differenza, è ovvio che ultimamente le squadre del Sud America, del Messico soprattutto, stanno cercando di portare giocatori di esperienza che possono dare una certa identità per fare il salto di qualità. Il talento però in Sudamerica c’è, c’è sempre stato e ci sarà sempre”.
Quale sarà la chiave per l’Inter per andare più lontano in questo torneo?
“Ma bisogna prendere una partita alla volta perché bisogna avere l’umiltà di capire che in una competizione del genere ogni partita è importante. Bisogna creare un momento, farsi trovare pronto per avere la possibilità di superare il girone per poi affrontare quelle che sono le fasi successive di questa competizione. Sicuramente nessuno ti regala nulla nel calcio di oggi e quando puoi affrontare squadre importanti c’è un’ambizione e una voglia in più anche per le squadre cosiddette sfavorite sulla carta. Ma io non la vedo così, si parte sempre dal 50 al 50 e per vincere bisogna fare sempre meglio dell’avversario”.
Qualcosa dire prima della partita ai giocatori?
“Ho fatto più conferenze stampa di qualunque altro allenatore, faccio una conferenza al giorno… Se lo dico oggi allora non lo devo dire domani, perché sicuramente sapranno, leggeranno, sentiranno. La squadra deve avere l’ambizione e l’orgoglio di entrare in campo per fare quello che è stato fatto negli ultimi anni, quello che questa squadra ha fatto vedere sia in campo nazionale che internazionale. Da questo punto di vista secondo me la la motivazione non mancherà perché questo Mondiale per Club è una competizione importante e noi la trattiamo come tale. Saremo pronti ad affrontare e a fare del nostro meglio in queste in queste partite”.