La prefazione di “La partita della vita”, scritto da Mihajlovic (editore Solferino): la vita, le gioie, i trionfi e i dolori con la lotta alla malattia. Tutto questo è stato raccontato da Sinisa Mihajlovic ad Andrea Di Caro e raccolto in un libro uscito nel novembre di due anni fa
Sono nato due volte, ma ho già vissuto tante vite. Quando ho compiuto cinquant’anni, il 20 febbraio del 2019, mi sono guardato indietro: “Sinisa, quanto mondo hai visto…”. Ci scherzavo su, gonfiando i muscoli: “Mi sento vent’anni, ma a volte penso di averne centocinquanta per tutte le esperienze avute”. L’adolescenza in Serbia, il duro lavoro dei miei genitori, le giornate a giocare a pallone da solo, gli inizi della carriera, la Stella Rossa, le amicizie pericolose nella Belgrado di fine anni Ottanta, i trionfi sportivi. E poi l’Italia, la consacrazione nel campionato più bello e importante del mondo, le squadre in cui ho giocato, quelle che ho allenato e le tante città in cui ho vissuto. Amici, ex compagni e giocatori: il ricordo di Sinisa sui social
Ho conosciuto presidenti che hanno segnato il mondo dell’industria, della finanza, della politica, della moda, del cinema, della comunicazione e dell’editoria. Sono stato allenato da maestri di tattica e di vita e ho attraversato trent’anni di calcio con compagni di squadra e di avventure. Grandi campioni, giovani talenti, promesse non mantenute e… discrete pippe.
Mentre, a cinquant’anni, tutto questo mi passava davanti agli occhi, solo pochi mesi dopo sarebbe iniziata la partita più importante, quella della vita. Un dolore improvviso, le analisi, la diagnosi: leucemia acuta mieloide. L’annuncio, il ricovero, le cure, il coraggio che fa a pugni con la paura. Le lacrime, la speranza. Il trapianto, il ritorno in panchina, la riscoperta delle piccole cose. Nel mio destino però c’è scritto che debba provare tutto, anche la positività al Covid, il virus che ha chiuso in casa il mondo. Sono sempre stato un uomo difficile, divisivo, che si esaltava nello scontro. Spesso muscolare. Ho un carattere forte che per molti diventa sinonimo di caratteraccio. Forse perché non mi sono mai nascosto, prendendo anche posizioni scomode o sconvenienti. Sono serbo dalla testa ai piedi, con i pregi e difetti del mio popolo orgoglioso.