Intervistato da Tuttosport, il neo presidente della Salernitana, Daniele Iervolino, ha raccontato che cosa ha preparato per il futuro del Club. “Ci sono due progetti in uno – fa sapere Iervolino -. Il primo è quello di puntare alla squadra cercando di dare stabilità per una permanenza lunga in Serie A, puntando anche sui giovani e sullo scouting. L’altro progetto invece è per la città: stadio infrastrutture sportive, creare un hub per lo sport in osmosi con la città, aperto non solo al calcio. E poi un progetto che implica una trasformazione nel digitale. Stiamo lavorando molto per traghettare la Salernitana nell’industria 4.0, nel metaverso”. Idee chiare, quindi, per il nuovo patron che per quanto riguarda l’area tecnica ha puntato su un usato sicuro come Walter Sabatini da cui si aspetta “un nuovo Mbappé giovane”. Per quanto riguarda l’industria del calcio quella di Iervolino è la prima esperienza e quando gli viene chiesto a quale club si ispira risponde: “Ovviamente la Juventus in termini di mentalità vincente, stadio, e come si crea una industria del calcio internazionale. Ha fatto bene l’Atalanta, lo Spezia, lo stesso Bologna e il Napoli. De Laurentiis sa tenere i conti e la squadra in alto”. Parlando di Napoli, per il patron della Salernitana quella azzurra è anche la formazione candidata per la vittoria dello scudetto in quanto “squadra fortissima”. L’intervista continua poi con un pensiero all’Italia, a breve impegnata nei playoff per il mondiale che “ce la può fare e ce la deve fare, sarebbe un problema grande e un dramma nazionale saltare i Mondiali per due edizioni di fila”, e uno all’impressione sui suoi primi mesi calcistici: “La cosa peggiore che realmente mi disgusta è il rapporto con gli agenti. Si deve assolutamente normare, deve essere una priorità per l’industria del calcio. Sono intermediari che invece di svolgere un lavoro con tariffe giuste come un agente immobiliare, ormai diventano quasi i proprietari dei cartellini, viaggiano a cifre anche superiori al 10%. Questo è uno dei nei che può far degenerare il mondo del calcio”. In conclusione una battuta sul rapporto squadra-patron che Iervolino sintetizza con un aneddoto: “Prima della gara col Bologna sono andato all’allenamento e ho detto ai calciatori che la motivazione non è solo incitare ma instaurare un rapporto per cui entri nelle corde dell’animo umano. Allora ho detto, “conosciamoci meglio, facciamoci domande”. Mi hanno chiesto se giocavo a calcio e quando dissi di sì parlai di rigori. “Per me bisogna tirarli forti e non precisi”. Andammo nell’area e tirai a Fiorillo una mazzata che entrò in rete. Le scintille si accendono anche così!”.
