Juve, l’Europa ora è a rischio tra antisportività, Fair Play e Superlega

Cominciamo dalle plusvalenze. La sorprendente sentenza federale — con estensione Uefa e Fifa — è un serio ostacolo sulla strada delle coppe ’23-24. La Juve ha tutti i numeri per recuperare il -15 in classifica e conquistare un posto tra Champions, Europa League e Conference. Scontata la pena, se i conti fossero a posto, avrebbe diritto alla licenza Uefa. Ma Nyon potrebbe sbarrare lo stesso la strada per “condotta antisportiva”, quella che emergerebbe dalle intercettazioni e avrebbe ispirato la stangata ai giudici. Nyon si riserva, insomma, il potere di rendere “effettiva” una punizione che altrimenti non avrebbe conseguenze pratiche. Con un distinguo non secondario: una cosa è perdere la Champions, punizione davvero grave, un’altra saltare Europa League e Conference.

Dopo le plusvalenze, c’è la questione stipendi, con il rischio di pagamenti in nero. Questo secondo filone è in teoria il più pericoloso per i bianconeri perché incide sul Fair play finanziario. A settembre la Juve ha patteggiato con l’Uefa – il settlement agreement – in cambio di una multa 3,5 milioni più limiti alla rosa (23 giocatori) e al mercato (acquisti solo con saldo positivo). Se non rientra nei parametri entro tre anni, la multa diventa di 23 milioni e il club rischia un anno di esclusione dalle coppe tra il 2024-25 e il 2025-26. Se lo sforamento supera i 60 milioni, il periodo di potenziale esclusione dalle coppe si allunga al 2026-27. Non è finita: se fosse provato il comportamento fraudolento del club — cioè la comunicazione di cifre false per attenuare il deficit e ottenere il patteggiamento — le conseguenze sarebbero ancora più gravi.

I tempi delle decisioni non possono essere velocissimi perché l’Uefa seguirà l’inchiesta italiane e deve anche tradurre le quattordicimila pagine in una delle sue lingue ufficiali, tra le quali non c’è l’italiano. Meglio non avventurarsi in previsioni sui tempi, ma l’obiettivo di Nyon sarebbe chiudere il tutto a fine stagione, quindi ai primi di giugno, per definire le liste del 2023-24. Non sarà facile.

Fonte: Gazzetta.it

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