A cominciare da Conceiçao, che a inizio gennaio, in 7 giorni, creò il suo nuovo mondo rossonero vincendo la Supercoppa Italiana, festeggiata con quel ballo tribale che sembrava l’immagine di un nuovo inizio. Quella di oggi sarà la sua quindicesima finale in 13 anni da allenatore. Col Porto ha vinto 9 trofei, cerca la decima, un numero di ancelottiana memoria. Proprio Ancelotti fu l’ultimo, nel 2007, a regalare due trofei al club rossonero in una sola stagione.
Molto dipenderà da che Bologna il Milan si troverà di fronte. Quello di venerdì scorso in campionato, spazzato via da Gimenez o quello che all’andata lo aveva battuto al Dall’Ara e che tuttora lo precede in classifica? Bologna reduce da una stagione di rivoluzioni azzardate, con Italiano che ha cancellato Thiago Motta, sostituendo il suo Bologna da sogno con uno da solide realtà, spensierato e vincente. Soprattutto se, dopo 51 anni, la Coppa Italia tornasse in Emilia. Le preoccupazioni non mancano: l’allenatore rossoblù è reduce da tre finali perse consecutivamente con la Fiorentina (nel 2023 contro l’Inter in Coppa Italia e col West Ham in Conference League, poi nel 2024 anche contro l’Olympiacos).