Tra il primo e l’ultimo gol c’è una storia da raccontare: Rafa Leao non è più una promessa ma un talento affermato, non ha più i capelli corti ma una testa raccolta in tante treccine, ha molti più muscoli e molte più responsabilità. Il suo primo gol rossonero è del 29 settembre 2019, contro la Fiorentina: slalom nella difesa viola e diagonale mancino.
San Siro in piedi ad applaudirlo nonostante un pomeriggio diverso: il Milan era sotto di tre, Rafa-gol all’80 è un raggio di sole in una partita buia. Ieri Leao ha rotto l’equilibrio dopo meno di due minuti, un lampo come contro il Sassuolo nel dicembre 2020: si è infilato in velocità tra gli avversari e poi allargato il piatto destro. Ha portato il conto dei gol in campionato a sei, cinque dei quali arrivati in gare casalinghe. Da quella prima volta sono trascorsi 1.141 giorni, 163 domeniche. Lo scatto di Leao verso la porta, allora un inedito, è diventato nel frattempo un marchio di fabbrica. La prima fu una sorpresa, oggi stupisce se Rafa non incide. In mezzo c’è un altro gol decisivo alla Fiorentina, il 1°maggio scorso, festa dei lavoratori: anticipò di tre settimane un’altra festa tutta rossonera.
Ieri Rafa ha esultato accennando una corsa e poi restando fermo immobile, ad aspettare l’abbraccio dei compagni, con le mani incrociate sul petto. Quasi in preghiera, come i milanisti di fronte alle notizie del suo rinnovo. La firma attesa prima della sosta, come auspicato anche dal d.t. Paolo Maldini qualche settimana fa, non è stata messa. Rafa esporrà le sue meraviglie in una vetrina mondiale, con il rischio che la fila dei potenziali compratori aumenti già a gennaio, mese dei saldi. Il Milan ovviamente non farà sconti, nonostante il contratto resti in scadenza nell’estate del 2024, e porta avanti la trattativa per il prolungamento. Il club è pronto a fare follie, Rafa ricambia l’affetto: ieri ha salutato e ringraziato i tifosi che già prima della partita intonavano il coro a lui dedicato. Leao è il quarto giocatore con più di cinque reti in quattro stagioni di fila in Serie A con il Milan, nell’epoca dei tre punti a vittoria, insieme a Weah, Kakà e Pato.