“Avrei firmato per essere qui”. José Mourinho riassume così la sua sensazione per la terza semifinale europea della Roma negli ultimi 5 anni. Le altre due volte la squadra s’è fermata di fronte a squadre inglesi, prima il Liverpool, poi lo United.
Il Leicester di Brendan Rodgers è il terzo ostacolo britannico su tre. Ma lo Special On : “Non sono spaventato. Voglio solo vincere. Penso che Roma come città e club, i miei giocatori e la gente della società stia lavorando per far crescere il livello. A volte il calcio non ti dà ciò che meriti. Ma noi giocheremo la nostra tredicesima partita europea, abbiamo sofferto tanto, abbiamo viaggiato tanto. Questa non è la competizione del Leicester, loro erano in Europa League. Questa è la nostra coppa. Abbiamo perso punti in campionato giocando giovedì e domenica. Meritiamo di andare in finale”. Non parlategli di favoriti, però: “Abbiamo tutte il 25 per cento di vincere la competizione, ma la differenza tra il 5°-6° posto della Serie A e il 10° o 11° della Premier esiste, in modo molto obiettivo. La nostra squadra però migliora”.
Il ritorno in Inghilterra è un modo per ritrovare Brendan Rodgers, che fu suo assistente nel primo mandato al Chelsea: “Ci siamo divertiti tanto, abbiamo un rapporto che posso dire di amicizia, anche se il calcio ti porta in direzioni differenti. Ma voglio il meglio per Brendan, quando non gioco contro di lui: ha fatto un percorso molto bello, è un ragazzo ancora giovane, ha grandi capacità e un futuro davanti. Abbiamo concetti diversi di calcio, abbiamo allenato club diversi, giocatori diversi. Alla fine l’importante è che io ho vinto tanto, lui in una carriera più corta della mia ha vinto: in Scozia, dove doveva vincere, qui, dove non è facile vincere”. Non era facile nemmeno vincere per Ranieri, che Mourinho chiama “amico” e di cui celebra il trionfo: “Altri allenatori hanno vinto tanti titoli in Inghilterra, Ferguson, Wenger io, Guardiola. Ranieri uno solo, ma è il più speciale di tutti, è un mito. Ho giocato quel campionato e me lo ricordo come un momento incredibile della storia della Premier”.