“Non me la sento…”. Così, con un messaggio nella notte, dopo la Moldova, Claudio Ranieri ha gentilmente, ma a sorpresa, declinato la proposta federale. Non sarà il ct dell’Italia. E adesso è il caos.
Era tutto fatto, definito, programmato. La Figc aveva contattato il presidente giallorosso Friedkin per esplorare la possibilità di avere Ranieri ct, senza strapparlo alla Roma, con la formula del doppio incarico di fatto: essendo il tecnico un supervisor del presidente, e non un dipendente del club, dal primo luglio non ci sarebbero stati problemi. Autorizzata da Friedkin, la federazione aveva poi cominciato la trattativa con Ranieri che non solo aveva dato l’ok ma definito anche lo staff. Tutto pronto, anche le questioni legali erano in via di definizione. Poi, nella notte, l’inversione a U. C’erano alcune condizioni particolari: quando in Nazionale, Ranieri per esempio non poteva parlare di Roma, e viceversa, e altri dettagli concordati. Sembra che però i Friedkin all’ultimo abbiano temuto di “perdere” Ranieri, nel senso di non averlo più come avevano calcolato. Quindi Ranieri, che aveva dato un sì con entusiasmo, compresa la difficoltà della situazione, sarebbe tornato sui suoi passi.