Domani la Corte d’Appello Federale analizzerà il ricorso presentato dall’Inter contro la squalifica di una giornata di Romelu Lukaku, che in questo momento non sarebbe a disposizione di Simone Inzaghi per la semifinale di ritorno di Coppa Italia il 26 aprile a San Siro contro la Juventus. Il club di viale della Liberazione aveva preannunciato ricorso, ha letto il referto dell’arbitro e degli uomini della Procura Federale e domenica scorsa ha presentato appello. Lo ha fatto prima che fosse sospesa e poi addirittura annullata (sentenza di ieri) la squalifica della Curva della Juve da dove sono partiti i cori, le offese e gli ululati razzisti all’indirizzo di Big Rom, durante la semifinale d’andata del 4 aprile. Adesso l’Inter è, se possibile, più decisa che mai a evitare una palese ingiustizia ma soprattutto una colossale figuraccia per il nostro calcio all’estero.
Il fatto che l’esultanza di Lukaku sia stata descritta così nei minimi dettagli aiuta l’Inter. Perché? Perché questo è il modo di esultare che Lukaku ha messo in pratica altre volte, prima e dopo quella rete a Torino. Era successo in precedenza con la maglia del Belgio e dopo con quella dell’Inter, al Da Luz in Champions. Non c’era nessun obiettivo di provocare la curva della Juventus – questo sosterrà la difesa nerazzurra – perché Big Rom esultava come ha già fatto. Il tutto al netto degli insulti razzisti che anche lui aveva sentito.