È stato un viaggio nella bellezza. La partenza da Gubbio, scrigno medievale dove il tempo si è fermato per come l’uomo sia riuscito a conservare la storia, e l’arrivo in piazza del Campo a Siena, simbolo di quel Rinascimento in cui l’Italia ha insegnato al mondo che cos’era il bello. Con le nuvole basse e scure, le crete senesi, i cipressi, le colline verdi e gialle. Una battaglia testa a testa, dove anche i campioni si scoprono fragili. Basta una caduta o una foratura, vedi quello che è successo a Roglic, che è il grande sconfitto di oggi: va al riposo con un fardello di 2’25” dalla maglia rosa Del Toro. Nona tappa del Giro, Gubbio-Siena, 181 chilometri. Sotto la Torre del Mangia, luogo del Palio, con il sole a illuminare i palazzi storici della città, Wout Van Aert torna il grandissimo campione che abbiamo ammirato: vincitore delle Strade Bianche nel 2020, quattro volte iridato di ciclocross, il fiammingo trionfa nella volata a due con Isaac Del Toro, nuova maglia rosa e primo messicano in testa al Giro dal 1909. Van Aert voleva assolutamente questo successo, il primo stagionale, aveva sofferto troppo in questi mesi e la commozione in piazza del Campo, quando si getta per terra con le mani sugli occhi a coprire le lacrime davanti ai suoi figli, lo dimostra. Va ogni suo limite per non staccarsi dallo scatenato Del Toro, autore di una prova magistrale nella tappa meravigliosa e temutissima degli sterrati di Siena: 29,7 km di pietre bianche negli ultimi 67 di gara, e una classifica completamente rivoluzionata. , è ancora emozionato Van Aert quando parla.
