“Per battere Max bisogna essere al 100% e io oggi non lo ero”. Parola di Carlos Sainz, che ha sì chiuso le qualifiche di Melbourne meritandosi il titolo di eroe del giorno, ma poi in conferenza stampa ha ammesso di non sentirsi ancora al top, vuoi per ragioni fisiche a due settimane dall’intervento per appendicite, vuoi perché saltare il weekend di Gedda gli ha impedito di imparare qualcosa in più sul comportamento in pista della sua SF-24. Senza nulla togliere alla sua impresa eroica, il pilota spagnolo – e più nel complesso tutta la Ferrari, visto che il discorso vale anche per Charles Leclerc – non ha massimizzato il pacchetto a disposizione in qualifica. Anzi, non inquadrato dalle telecamere, ha commesso un errore nel giro decisivo in Q3 che gli è costato una pole position ampiamente alla portata.
Carlos è infatti costretto ad alzare il piede dall’acceleratore e persino a pinzare per un attimo sul freno nel tentativo di controllare un sovrasterzo in percorrenza. Il risultato? Sainz arriva a pagare un ritardo massimo di 427 millesimi nel solo tratto rettilineo da curva 10 alla staccata di curva 11. Quasi mezzo secondo e cioè un’eternità in una qualifica tirata come quella che abbiamo visto a Melbourne. Lo spagnolo però non demorde ma continua a spingere facendo valere la supremazia della SF-24 nel terzo settore dell’Albert Park: non a caso il gap da Super Max si riduce nelle curve 12-13 e poi anche grazie alla migliore accelerazione in uscita dalla 14, quella che immette sul rettilineo del traguardo. Con questo colpo di reni finale Carlos difende la prima fila e addirittura guadagna su Verstappen, chiudendo il giro con “soli” 270 millesimi di ritardo. A conti fatti, un recupero di un decimo e mezzo in meno di un settore.