Giancarlo Abete, nominato dal Consiglio Federale nel ruolo di Commissario della Lega di Serie A, è intervenuto in esclusiva sulla frequenze di Radio Sportiva.
Sulla sua nomina e il suo lavoro: Obiettivo è consentire di ricostituire gli organi della Lega e portare alla scelta della figura del presidente. Sono tornato perché era necessario avere una rappresentanza legale. Si tratta in questo caso di un commissariamento diverso da quello a cui siamo abituati in passato, legato solo ad esigenze istituzionali.
Ci sarà da lavorare di diplomazia per ricucire tra le varie ‘anime’ della Lega? Lavorare di buon senso più che di diplomazia: speriamo prevalga la necessità di dare una buona immagine rispetto alle attuali divisioni. Se le spaccature sono profonde? Parliamo di ruoli impegnativi per cui i candidati vogliono essere tranquilli di avere una fiducia reale e non di breve periodo.
Sullo sfondo c’è la questione dei diritti TV? Ci può sempre essere, ma secondo me non troppo in questo caso. Quando feci nel 2009 il commissario, Lega A e B erano ancora insieme ed eravamo nel pieno della discussione. Qui siamo ancora work in progress ma c’è tempo fino al 2021, nei tempi ci siamo, non giustificano una spaccatura tale. Nella seconda metà del 2020 si riparte con tutte le leghe e le loro componenti per il nuovo triennio con presidente poi da rieleggere a breve. Io spero di non dover andare oltre il periodo previsto, perché la figura del commissario crea comunque un vuoto istituzionale.
Il caso dell’opera d’arte con le scimmie e le polemiche sul razzismo? L’unica cosa che non devo fare è guardare al passato, chi ha fatto quelle scelte le ha fatte nelle titolarità delle stesse … Gravina si è già espresso sull’argomento, io vado per pacificare e mettere d’accordo non per giudicare.
Come vivono questa situazione le proprietà straniere? In Italia l’ultimo arrivato è Commisso per la fiorentina, però quando si investe in Italia si conoscono grandezze e criticità, molti club hanno già vissuto queste situazioni e ne daranno giusto valore.
Le polemiche su Abete come simbolo dell’immobilismo del nostro calcio? Non l’ho presa sul personale, non ho interesse a candidarmi nè ad essere candidato, per me questa è una mera funzione di servizio. Tranquillizzo chi temeva una roba del genere che verrò via presto, voglio tenere un buon rapporto con tutti ma non ho altri obiettivi.
