Questi i temi affrontati dal nostro Stefano Cecchi al “Microfono Aperto”: “Nesso tra l’allenatore straniero e la crescita del talento nazionale? Una casualità. Giampaolo è italiano ma lancia tanti giovani. Non è un problema di nazionalità, ma se i giovani sono pronti per essere lanciati. Se c’è talento, perché no? Tonali? Incanta in Serie B, ma lo stacco con la Serie A è notevole. Pjanic? Grandissimo giocatore, dibattuto su più ruoli, ma non mi pare un campione assoluto. Prima di Pjanic la Juve ha avuto un campione, che era Pirlo. Higuain? Ha un carattere irrisolto, che racconta un disagio personale. E’ un grandissimo giocatore, che non teme il contatto fisico, riempie l’area, ma nei momenti decisivi è andato spesso in difficoltà. Per questo non è un top player assoluto. Nel tragitto Juve è stato da 7, non da 9. Con Ronaldo tutto l’ambiente Juve è cresciuto, con Higuain no. Ventura? E’ entrato in confusione umana e tecnica. Non è il solo responsabile del fallimento con la Nazionale, ma aveva un obbligo morale ed etico: quello di dimettersi. Capisco che rinunciare a 800 mila euro non sono pochi, ma cosa è rimasto della sua immagine e dignità? Da quel momento in poi è stato un errore continuo, nelle interviste non ha mai detto “ho sbagliato”, ma ha sempre scaricato le colpe su altri. Lo sfogo di Pellissier è un ulteriore prova di quanto Ventura abbia sbagliato approccio. La violenza negli stadi? Ha sempre avuto una sorta di attrazione magnetica per il calcio. Sta a noi tenerla a distanza. Prima c’èra più gioia, semplicita e l’appuntamento con lo stadio faceva venire i brividi a prescindere, era un ribollire di pulsioni. La domenica c’èra questo rito magico, meraviglioso, una sorta di Gardaland delle emozioni. Oggi le tv, la tecnologia, i social ci ha negato questa meraviglia. Oggi è tutto economia del calcio, valori dei giocatori, procuratori e spread tra le squadre. Lotito? Difronte alle proposte indecenti non si deve mai dire di no. Se si valuta 100/150 milioni un giocatore e il treno passa, si prende. Probabilmente per Milinkovic non è mai arrivata un’offerta del genere. La politica nello sport? Sto dalla parte del governo. Non si tolgono soldi allo sport, si sceglie un metodo diverso e meno clientelare di distribuzione. Sul Coni ci sarebbe da raccontarle delle belle”.