Così Arianna Ravelli del Corriere della Sera sulla questione stadio San Siro: “La demolizione è una notizia che lascia stupefatti. Nel silenzio si sta consumando qualcosa di epocale. Già per i tifosi è difficile accettare che un impianto storico, un icona come San Siro, venga abbattuto, ma in più non c’è nemmeno la consolazione di avere in futuro una casa propria, perché il nuovo stadio sarà ancora condiviso, oltre che più piccolo (intorno ai 60/65 mila). Ma oltre alle obiezioni ovvie, ci sono anche perplessità sul piano del business perché negli anni scorsi erano state fatte 4 simulazioni dei progetti e quella migliore era risultata proprio ristrutturare San Siro. L’Arsenal? E’ il modello che tutti citano perché la società è migliorata tantissimo nel tempo, ma Highbury era uno stadio completamente fuori dal tempo e dalle norme. San Siro invece non è la stessa cosa, 2 anni fa ha ospitato la finale di Champions e la ristrutturazione non sarebbe costata tantissimo, circa 150 milioni. Rifarlo nuovo si parla di 500 milioni. Una scelta veramente molto ardita e senza precedenti, non esiste nessuna grande società che ha preso questa strada, cioè fare uno stadio nuovo insieme a qualcun altro”.
