Il ciclismo è cambiato, oggi è più mondiale e professionale

Ivan Gotti, nel giorno del suo 50° compleanno, è intervenuto nel nostro spazio riservato ai ‘Campioni’: “La mia vita è legata al ciclismo, era un sogno fin da bambino che sono riuscito a realizzare. Ho avuto la fortuna di vincere anche in categorie minori. La vittoria nel ’97 è stato il giro che sento di più mio, nel ’99 con l’esclusione di Pantani non me lo sono goduto. Aru? E’ cresciuto in una squadra bergamasca, ha avuto un grande exploit, tutti si aspettavano questa sfida tra italiani ma non ha avuto fortuna. Dopo incidenti e infortuni penso tornerà più forte, ci deve credere perché ha tutti i mezzi e le capacità. Il ciclismo oggi? E’ cambiato come è normale che fosse. Oggi è più mondiale, professionale, abbiamo molte meno squadre e corridori italiani e questo lo vediamo come un handicap, però nei giri d’Italia degli anni 90 si vinceva un sacco di gare e tappe. Che possa piacere o no, il ciclismo è cresciuto tantissimo. Sky? Lo vedevano sempre come una grande squadra che vinceva e spendeva per arrivare al top, ma è un esempio, ha alzato la qualità delle varie squadre e vari corridori. Alaphilippe? La Milano-Sanremo non l’ho vista, sono un po’ fuori dall’ambiente, ma ho visto che è in formissima, non me l’aspettavo perché non lo conoscevo e non avevo modo di sapere qual è la sua carriera e le sue attitudini di corridore”.

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