In Diretta Sportiva è intervenuto Fabio Liverani, allenatore del Lecce, che ha ottenuto la prima vittoria in campionato facendo cadere l’imbattibilità del Torino.
“E’ indubbio che vincere aiuta perché dà fiducia. Senza l’ambizione di fare il massimo questo sport diventa piatto, poi ci saranno anche i momenti no ma la prestazione deve essere sempre positiva. Io credo che si può provare a salvarsi giocando in maniera propositiva, non cambierebbe nulla per noi non giocare a calcio. Credo che le possibilità siano comunque poche, lo dicono le statistiche degli ultimi anni: tra chi sale dalla B poi 2 su 3 vanno giù, sono dati, però rischiare giocando credo che comunque ti lasci qualcosa piuttosto che pensare solo a difendersi e sperare in una giocata, non è quella la mentalità che ci ha permesso di salire dalla serie C. Quando si vincono i campionati in maniera ravvicinata come abbiamo fatto noi non è facile poi crescere di pari passo, noi lo abbiamo fatto quando siamo saliti in B senza fare pazzie ma cercando di costruire e credere nel gruppo che abbiamo allestito, lo stesso ci siamo dati come obiettivo di fare in serie A. Normale che poi ci siano differenze tra le categorie e difficoltà. Nessuno pensava ad una promozione diretta per il Lecce, anzi siamo partiti per non retrocedere, e invece siamo riusciti a vincere quest’anno siamo partiti con 2 sconfitte, la negatività, la retrocessione sicura e invece poi il calcio… noi rimaniamo equilibrati e positivi, normale la critica possa vacillare, ma noi sappiamo quello che abbiamo costruito e cerchiamo di arrivare al nostro scudetto che è la salvezza.
Per il percorso fatto dal Lecce, Falco e Mancosu sono lo specchio della nostra crescita, devono continuare così alzando l’asticella, devono lavorare ma hanno le qualità per affermarsi.
La prossima sfida col Napoli? Se la mettiamo sulla qualità individuale non c’è partita, noi dobbiamo giocare una gara eccezionale con organizzazione, volontà e sacrificio altrimenti non c’è confronto.
Se sono cambiato dall’esordio in panchina in A col Genoa? Gli anni portano a crescere e migliorare, bisogna dare tempo, come vale per i giocatori lo stesso è per gli allenatori giovani, nella mia prima esperienza non c’era il tempo e la volontà di aspettare si è fatta una scelta diversa e libera che possono fare le proprietà: ma come ho ringraziato il presidente dell’opportunità vado avanti, non sono uno che guarda molto indietro.
Non c’è rimpianto per il mancato arrivo di Ylmaz, obiettivamente non è mai stato davvero vicino, perché io ho fatto il calciatore e so che se voglio andare in una squadra ci vado, probabilmente non erano maturi i tempi per noi e lui, il calcio è pieno di situazioni che non si concretizzano”.
