Nesti al 45°: “Ora possiamo pensare che non ci siano un Immobile biancoceleste e uno azzurro”

Carlo Nesti è intervenuto ai microfoni di Radio Sportiva per commentare il primo tempo di Italia-Armenia.
SULLA RINASCITA DELLA NAZIONALE: “Nel 2018 eravamo nel baratro, il percorso migliore per dimenticare una delusione così cocente era ricominciare a vincere e più di così l’Italia non può fare”.
SUL VALORE DELLE AVVERSARIE: In passato, anche quando abbiamo schierato nazionali campioni del mondo, abbiamo fatto fatica anche contro le cosiddette squadre materasso. Il percorso di questa Italia è inusuale, ma serviranno test più probanti per capire quanto sia realmente progredita”.
SULLE SCELTE INIZIALI DI MANCINI: “C’è un messaggio che passa chiaramente: il c.t. ha delle convinzione assolute per quanto riguarda il centrocampo. Giusto così. Tonali si sta candidando come giocatore alternativo a Jorginho e Verratti”.
SULL’UNO-DUE AZZURRO NEI PRIMI MINUTI: “Dopo 9′ possiamo dire che il record di vittorie può essere quasi realtà. Nel calcio può succedere di tutto, ma contro l’Armenia è difficile che l’andamento della partita posso cambiare. Oggi possiamo pensare che non ci sia un Immobile della Lazio e uno dell’Italia. Importante anche il gol di Zaniolo, che arriva dopo le polemiche in ottica azzurra degli ultimi mesi”.
SUL VALORE DELLA GARA CONTRO L’ARMENIA: “Dal momento che non si affronta grandi avversari, l’unico modo per allenarsi in vista di partite più probanti è prendere seriamente l’impegno. Complimenti anche al pubblico di Palermo, appassionato nonostante il recente fallimento rosanero”.
SU ZANIOLO: “E’ stato criticato troppo, in parte per le dinamiche del mondo social. Nella Roma ha incantato tutti quanti prima della sovraesposizione social della madre, il ragazzo si è sentito sotto pressione. Il suo demerito è stato mettersi in cattiva luce con l’U21, anche se poi è riuscito a rimediare. Ha fisico e tecnica per diventare un grande campione”.
SU CHIESA: “Un minimo di imperfezione c’è stata in occasione del palo colpito, ma globalmente ha servito molti palloni ai compagni di squadra”.
SULLA MENTALITÀ DELL’ITALIA: “Il nostro istinto, una volta messo al sicuro il risultato, ci ha sempre consigliato di fermarsi e gestire. Questa Italia ha un’altra mentalità, spinge perché vuole divertirsi e divertire”.

Ti potrebbe interessare

Menu