Così Sandro Sabatini nel ‘Microfono Aperto’:
Spezia? Bella squadra, Italiano ha qualcosa di speciale. Peccato per quel 2-2, la vittoria avrebbe cambiato le prospettive nell’immediato.
I tanti gol in Serie A? La mancanza di pubblico provoca un ambiente più a ‘partita da allenamento’ e poi certi giocatori si sentano più agevolati nel fare certe giocate. Non ci vedo robe tattiche. Preferirei un campionato con più giocatori italiani, ma è pretestuoso parlare di troppi stranieri nell’Atalanta.
Dìaz? Ha delle belle giocate ma Calhanoglu lo vedo più forte.
Mercato Juve? I soldi spesi per Kulusevski vanno benissimo, quelli per Chiesa non li capisco tanto. Penso ci voleva un difensore in più.
Lazio-Bologna? Lasciamo perdere le proteste, il Var esamina. Meglio un’occhiata in più al Var che in meno.
Calcio ai tempi della pandemia? Si può dire tutto e il contrario di tutto. Il nemico è il virus e dobbiamo prendere tutte le precauzioni possibili, ma alcuni provvedimenti del DPCM mi hanno colpito. Chiudere in modo indiscriminato palestre e piscine mi è sembrata una mancanza di rispetto per la salute, dato che c’è chi ci va anche per curarsi. Negare il virus sarebbe la rovina, ma non equivochiamo il valore di palestre e piscine. In alcuni casi un turno in piscina equivale ad un letto d’ospedale.
Correa? Ha qualità ma gli manca un po’ di continuità.
Nibali? Ha tenuto in piedi il ciclismo italiano ma è nella fase declinante della carriera. I grandi campioni gradiscono sia l’elogio ma anche la critica costruttiva.
Commisso? Non vedo arroganza in lui, mi sembra un bravo presidente con tante idee. Iachini? Non sono un suo fan ma se lo sostituisci con Sarri vai incontro a delle indicazioni ma anche controindicazioni.
Squadre italiane in Europa? Per me vanno avanti tutte perché Juve e Inter possono lottare per il primo posto, la Lazio ha vinto lo spareggio col Borussia, l’Atalanta se la gioca con il Liverpool. Il Napoli è quella partita peggio ma è la più forte.
Ibra? In un paio d’anni è stato all’altezza di lottare per il pallone d’oro, ora è un po’ troppo tardi.
