Ruolo di leader di Coppa Davis per Matteo Berrettini. Senza Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, è lui il capofila della nazionale italiana che a Bologna inizierà la difesa del titolo vinto lo scorso novembre a Malaga. Un ritorno in azzurro per Matteo che non gioca un match di Coppa Davis dal 26 novembre 2022 (semifinale contro il Canada): da quel momento sono trascorsi 653 giorni, segnati da tanti problemi fisici. “Ho lavorato tantissimo per tornare a giocare la Davis – ha spiegato Berrettini a Sky Sport – Abbiamo la squadra con maggiore talento, la scelta del capitano Volandri è complessa. Spero e penso di aver meritato la chiamata”. Un ritorno fortemente voluto per Berrettini che ha trovato nuovi stimoli osservando Sinner: “Jannik è il leader di questo movimento, quando partecipa a un torneo è sempre il favorito – aggiunge – Tutti noi cerchiamo di seguirlo, da Musetti fino a Cobolli. È bello, emozionante e stimolante. Grazie a loro sono qui di nuovo perché quello che ho vissuto lo scorso anno mi ha dato l’energia per tornare“.
Tornato in top 50 con tre tornei ATP vinti quest’anno (Marrakech, Gstaad e Kitzbuhel), Berrettini ha affrontato Sinner lo scorso luglio a Wimbledon. Un match importante per capire il proprio livello: “A Wimbledon è stata una partita speciale perché ho sentito di essere di nuovo a quel livello, qualcosa che mi ero chiesto nei mesi difficili. Quella partita mi ha dato una grande spinta, dopo ho vinto due tornei. Vedere Jannik così in alto sorprende fino a un certo punto, la sua strada è sempre stata chiara. Adesso è il più forte di tutti. A Jannik ruberei la dedizione al lavoro e la capacità di voler migliorare sempre. È arrivato giovanissimo nell’élite del tennis e non si è mai fermato. Ascoltandolo è sempre orientato al futuro, questa è una capacità che hanno i grandissimi. Sto cercando di fare lo stesso, trovando stimoli importanti e la gioia nel migliorare”.