L’Itia torna a parlare del caso Jannik Sinner. Quasi un anno dopo dall’inizio della vicenda Clostebol, la direttrice generale dell’Itia Karen Moorhousen ha risposto alle critiche che sono giunte, sia in riferimento al numero uno del mondo sia al caso che ha coinvolto Iga Swiatek: l’accusa, da parte di alcuni tennisti ed ex giocatori tra tutti, era di mancata trasparenza e di un sistema antidoping imperfetto. “I problemi di comunicazione che hanno riguardato il caso Sinner potrebbero aver creato un malinteso sulle nostre regole in merito all’annuncio. Si è erroneamente creduto che stessimo annunciando test positivi, quando in realtà stavamo annunciando sospensioni provvisorie. Sia nel caso di Sinner che in quello di Swiatek le regole sono state rispettate: i giocatori hanno presentato ricorso contro la sospensione provvisoria entro il termine di dieci giorni previsto dalle nostre normative e poichè il ricorso ha avuto successo, le sospensioni provvisorie non sono state rese pubbliche. Se avessimo fatto le cose in maniera differente ci saremmo trovati ad infrangere le nostre stesse regole. Se meditiamo un cambiamento? Sì, in futuro tale regola potrebbe anche cambiare”, ha de

Caso Clostebol, l’Itia: “Sinner e il suo team non hanno violato le norme antidoping”
Fonte: gazzetta.it