Non si è ancora spenta l’eco del caso Djokovic-Australia. E mentre il britannico Sun parla di una causa milionaria che il campione serbo vorrebbe intentare al governo australiano, con una richiesta di risarcimento danni da cinque milioni di euro, escono le motivazioni dell’espulsione dall’Australia.
Secondo i giudici, la motivazione principale della revoca del visto è che “Una star dello sport può influenzare persone di tutte le età portandole all’emulazione”. Vinto un primo ricorso contro la revoca del visto per un vizio di forma, Djokovic ha fatto ricorso, vincendolo, ma la decisione è stata di nuovo ribaltata dal ministro per l’immigrazione Alex Hawke che ha esercitato un potere personale previsto dalla legge. A quel punto, un nuovo ricorso da parte dei legali del serbo, questa volta davanti a un collegio giudicante presieduto da James Allsop che doveva questa volta confermare o meno la decisione del ministro: “La Corte – ha spiegato il giudice federale -non analizza i meriti della decisione, il compito è di valutare se rientra o no nei limiti di legge”.