“Mentre ti prepari a laurearti nel tennis, ho alcune cose da condividere prima di emozionarmi”. Comincia così la lettera di Roger Federer dedicata e destinata al suo più grande rivale, al suo amico e al suo “compagno di tennis per la vita”, Rafael Nadal. Una lettera pubblicata questa mattina, sui social, nel giorno del quarto di finale di coppa Davis Spagna-Olanda a Malaga, luogo che il maiorchino ha scelto per dire addio al tennis. Ieri in conferenza stampa Rafa ha detto di aspettare Roger, in Spagna, e chissà che lo svizzero non arrivi davvero. Nel frattempo, però, l’ex fuoriclasse svizzero, ritirarosi nel 2022, ha voluto omaggiare l’eterno rivale con una toccante lettera. “Cominciamo dall’ovvio: mi hai battuto, molto. Più di quanto io sia riuscito a battere te. Mi hai sfidato in modi in cui nessun altro avrebbe potuto. Sulla terra rossa, mi sentivo come se stessi entrando nel tuo cortile, e mi hai fatto lavorare più duramente di quanto avrei mai pensato di poter fare solo per mantenere la mia posizione. Mi hai fatto reimmaginare il mio gioco, arrivando persino a cambiare le dimensioni della testa della mia racchetta, sperando in un vantaggio”, dice Federer.
“Non sono una persona molto superstiziosa, ma tu hai portato tutto a un livello superiore. Tutto il tuo processo. Tutti quei rituali. Allineare le tue bottiglie d’acqua come soldatini in formazione, sistemarti i capelli, sistemare la biancheria intima. Tutto con la massima intensità. In segreto, in un certo senso amavo tutto. Perché era così unico, era così parte di te”. Lo svizzero poi si lascia andare alle emozioni: “E sai cosa, Rafa, mi hai fatto apprezzare ancora di più il gioco. Ok, forse non all’inizio. Dopo l’Australian Open del 2004, ho raggiunto per la prima volta la classifica n. 1. Pensavo di essere al top del mondo. E lo ero, finché due mesi dopo, quando sei sceso in campo a Miami con la tua maglietta rossa senza maniche, mostrando quei bicipiti, e mi hai battuto in modo convincente. Tutto quel clamore che avevo sentito su di te, su questo fantastico giovane giocatore di Maiorca, un talento generazionale, che probabilmente un giorno avrebbe vinto un major, non era solo clamore”.