“Anche quando stavo avanti di un break, nel secondo set, anziché guardare il tabellone ero troppo concentrato sulle cose negative. Il vento, il terreno di gioco, le zone d’ombra del campo, i miei errori. Troppi alibi”. No, non è stata la partita che Lorenzo sognava. Non soltanto per il risultato. Perdere contro Alcaraz è nell’ordine delle cose, anche perché “sulla terra il miglior Carlos è sempre il favorito, pure al Roland Garros, pure contro Sinner”, dice Musetti. Il rammarico, piuttosto, sta nel non essersi goduto pienamente una partita storica: la terza semifinale in carriera in un Masters 1000, per di più in un Centrale da oltre 10mila spettatori che facevano tutti il tifo per lui. Proprio l’emozione ha giocato un brutto scherzo. “La tensione mi ha bloccato, mi sentivo immobile, ero in confusione. Carlos è stato più solido e tranquillo, ha gestito meglio la situazione. Comunque nessuno di noi due ha giocato il miglior tennis, a differenza del precedente a Montecarlo. Sono un po’ deluso per questo. Ma mi servirà da lezione”.
