Si può scalare l’Everest due volte in cinque giorni? Impossibile rispondere. Motivo? Semplice: nessuno è stato mai così folle da provarlo. Allo stesso modo, proiettando la questione al tennis, nessuno oserebbe sperare di battere due volte in cinque giorni Novak Djokovic. In nessun altro torneo del mondo viene data questa opportunità, tranne che alle Finals, Alexander Zverev nel 2018 perse col serbo nel girone, ma poi lo battè in finale.
Jannik Sinner, per diventare campione delle Finals 2023, dovrebbe fare un clamoroso due su due, cosa che mai è riuscita a nessuno: l’azzurro ha battuto martedì il serbo nel girone, in tre set, oggi tutta Italia spera possa concedere il bis. Difficilissimo, certo, visto come Djokovic ha maltrattato Alcaraz in semifinale, dimostrando (come è successo centinaia di volte in carriera) di essere un giocatore trasformato rispetto a qualche giorno prima. Non è impossibile, però, perché questo Sinner ha dimostrato, e non solo a Torino, di essere capace di fare imprese incredibili, e l’aver battuto tre volte di fila sul cemento indoor uno come Medvedev ad esempio è lì a testimoniarlo.
Partendo dal presupposto che Jannik incontrerà il più forte giocatore della storia, e che quindi non tutto dipenderà da lui, il numero quattro del mondo per avere una chance deve riprendere il filo del discorso lasciato martedì. Ovvero: prime di servizio al 70% o giù di lì (l’ultima volta si è fermato al 64%), giocare bene i punti importanti, cercare il più possibile gli angoli, cosa che ha fatto benissimo martedì, e sfruttare la sua capacità di salire a rete in controtempo, cosa che a Djokovic dà molto fastidio, soprattutto in un campo veloce come quello del Palalpitour. Nell’incontro del girone Sinner è stato molto bravo soprattutto a reggere la diagonale di rovescio contro Nole, una delle innumerevoli specialità della casa serba, e quando Djokovic per cambiare puntava sul dritto, in passato colpo potente ma un po’ ballerino dell’italiano, ha trovato una risposta prontissima da parte di Jannik. Il numero quattro del mondo, poi, ha mostrato di avere uno stato di forma tale da poter tranquillamente reggere botta anche contro uno come Djokovic, che ha fatto del logoramento dell’avversario uno dei suoi punti di forza. Anche a livello mentale Sinner sembra pronto per dare battaglia, con un salto di qualità tipica del grandi campione, cosa che tra l’altro lo stesso Djokovic ha già fatto a suo tempo: il Nole di fine 2010 era uno straordinario giocatore, ma è solo all’inizio del 2011, senza tra l’altro dare “segni” prima di questo cambiamento, che diventò definitivamente il RoboNole che abbiamo conosciuto nell’ultimo decennio e passa. Dunque, Djokovic conosce alla perfezione questa sensazione, e come ha fatto svariate volte in passato, cercherà di scalfire le nuove sicurezze di Jannik.
E qui entriamo nel campo di cosa non deve fare l’azzurro. Sinner ha detto che la pressione non sarà un problema da gestire, ma quella di oggi sarà la finale più importante della sua carriera, in casa, contro il numero uno del mondo e campione in carica: Djokovic sa benissimo anche questo e cercherà, fin da subito, di approfittare della tensione che umanamente avrà Jannik. Sinner avrà il pubblico dalla sua parte e questo sarà uno stimolo, certo, ma deve evitare a tutti i costi di scatenare “l’arena” contro Djokovic: il serbo non aspetta altro che nutrirsi di quel tipo di sensazioni, come sempre ha fatto nella sua carriera. Nel match arriveranno dei momenti difficili, quei turning point che tutti conosciamo in una partita di tennis. Alcuni saranno a sfavore di Sinner, com’è inevitabile. Nei match contro Djokovic è vitale riuscire a metterli da parte, incassare, non farci troppo caso e andare avanti, perché nei mind games il serbo è insuperabile e se dovesse prevalere a un certo punto lo sconforto, recuperare e andare avanti sarebbe quasi impossibile. Sarà una partita a scacchi, ma questo Jannik lo sa benissimo. Come sa che nelle finali, nei momenti che contano, Nole riesce a elevare il suo gioco a un livello che probabilmente nessuno, nella storia del tennis, è riuscito a raggiungere. Magari non a livello di bellezza e di colpi, ma non sempre vince chi gioca meglio, in questo sport. “Ci sono uomini che vogliono solo vedere bruciare tutto”, diceva Alfred a Bruce Wayne parlando di Joker, e allo stesso tempo nel tennis c’è uno, il Djoker, che vuole solo vincere e che di sogni avversari ne ha infranti tanti. Per impedirglielo e per fermarlo due volte in 5 giorni ci vuole, appunto, un super eroe. Chissà non sia Sinner.