Razzismo sul web, tutti con Paola Egonu. La Russa chiama il presidente Manfredi

Tanto affetto per Paola Egonu. La chiama perfino Mario Draghi per testimoniarle la sua solidarietà dopo gli attacchi razzisti. Il neo presidente del Senato Ignazio La Russa ha telefonato al presidente della Federvolley, Giuseppe Manfredi, per fare i complimenti alle azzurre per la medaglia di bronzo al Mondiale olandese e interessarsi su quanto accaduto a Paola Egonu nella giornata finale. Arrivano dichiarazioni bipartisan da parte di Letta del Pd fino a Salvini della Lega, tutti che testimoniano affetto per la campionessa azzurra scoppiata in lacrime dopo la netta vittoria sugli Stati Uniti che valeva il podio. E il presidente Giuseppe Manfredi spiega il retroscena della “battuta” di sabato di Paola sul razzismo, “Mi hanno chiesto perché sono italiana”, aveva detto la 23enne nata a Cittadella, in Veneto parlando con il suo procuratore Marco Raguzzoni.

“Purtroppo il web è popolato anche da tanti cretini – dice ancora Manfredi – che non aspettano altro di attaccare e dimostrare così la loro “intelligenza”. Paola sull’aereo che ci riportava in Italia, dall’Olanda, mi ha raccontato che dopo la gara con il Brasile è stata fatta oggetto di attacchi razzisti tramite i social. Noi purtroppo questa cosa non la sapevamo, lei non ce l’ha detta fino ad ora, altrimenti saremmo intervenuti ben prima. Purtroppo ai tempi odierni anche questo è lo scotto che si deve pagare quando si diventa tanto popolari, come è accaduto a lei. È odioso che ci siano cretini così, ma questa è la legge dei social. Sono doppiamente rammaricato: prima per Paola, che è una persona molto sensibile,e poi anche per tutta la squadra. Queste discussioni hanno finito per offuscare una medaglia mondiale e dopo 5 mesi di duro lavoro in palestra è un delitto. In più si può dimenticare che in questa federazione l’integrazione è una prassi consolidata? Paola e le altre ragazze sono italiane, lei in particolare si è fatta anche 4 anni di Club Italia e di Nazionali giovanili, ha la maglia azzurra tatuata sulla pelle. Di cosa stiamo parlando? Figuriamoci che nella Fipav esiste una regola del primo tesseramento che consente di giocare in quota italiani a quei ragazzi e ragazze, nati all’estero, ma che iniziano con la pallavolo nel nostro Paese”.

Fonte: Gazzetta.it

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